#prego vi voglio bene a mia volta
Explore tagged Tumblr posts
Text
Ho finalmente scoperto l’unico, vero utile di AlmaLaurea: ti prepara un template già bello e fatto del CV così ti risparmia lo strazio di scaricare quelli preimpostati da modificare su word in cui sballa tutto il layout e devi invocare pure Odino per riuscire a completare una sola riga. Sono commossa e immensamente sollevata da tale scoperta.
#In caso non lo sapeste#a me ha cambiato le sorti di due pomeriggi#lo avessi saputo prima mi sarei risparmiata ulteriore fatica#prego vi voglio bene a mia volta
30 notes
·
View notes
Text
Capisco perché dopo la sua morte il mondo mediatico l'ha liquidato in quattro e quattr'otto:
"STATE TRANQUILLI, TUTTO QUESTO È SOLO SONNO ARRETRATO...” di Sammy Basso
“Se state leggendo questo scritto allora non sono più tra il mondo dei vivi. Per lo meno non nel mondo dei vivi per come lo conosciamo. Scrivo questa Iettera perché se c'è una cosa che mi ha sempre angosciato sono i funerali. Non che ci fosse qualcosa di male, nei funerali, dare l'ultimo saluto ai propri cari è una tra le cose più umane e più poetiche in assoluto. Tuttavia, ogni volta che pensavo a come sarebbe stato il mio funerale, ci sono sempre state due cose che non sopportavo: il non poter esserci e dire le ultime cose, e il fatto di non potere consolare chi mi è caro. Oltre al fatto di non poter parteciparvi, ma questo è un altro discorso... E perciò, ecco che ho deciso di scrivere le mie ultime parole, e ringrazio chiunque le stia leggendo. Non voglio lasciarvi altro che quello che ho vissuto, e visto che si tratta dell'ultima volta che ho la possibilità di dire la mia, dirò solo l'essenziale senza cose superflue o altro.
Voglio che sappiate innanzitutto che ho vissuto la mia vita felicemente, senza eccezioni, e l'ho vissuta da semplice uomo, con i momenti di gioia e i momenti difficili, con la voglia di fare bene, riuscendoci a volte e a volte fallendo miseramente. Fin da bambino, come ben sapete, la progeria ha segnato profondamente la mia vita, sebbene non fosse che una parte piccolissima di quello che sono, non posso negare che ha influenzato molto la mia vita quotidiana e, non ultime, le mie scelte.
Non so il perché e il come me ne andrò da questo mondo, sicuramente in molti diranno che ho perso la mia battaglia contro la malattia. Non ascoltate! Non c'è mai stata nessuna battaglia da combattere, c'è solo stata una vita da abbracciare per com'era, con le sue difficoltà, ma pur sempre splendida, pur sempre fantastica, né premio né condanna, semplicemente un dono che mi è stato dato da Dio.
Ho cercato di vivere più pienamente possibile, tuttavia ho fatto ì miei sbagli, come ogni persona, come ogni peccatore. Sognavo di diventare una persona di cui si parlasse nei Iibri di scuola, una persona che fosse degna di essere ricordata ai posteri, una persona che, come i grandi del passato, quando la si nomina, Io si fa con reverenza. Non nego che, sebbene la mia intenzione era di essere un grande della storia per avere fatto del bene, una parte di questo desiderio era anche dovuto ad egoismo. L'egoismo di chi semplicemente vuole sentirsi di più degli altri. Ho lottato con ogni mia forza questo malsano desiderio, sapendo bene che Dio non ama chi fa le cose per sé, ma nonostante ciò non sempre ci sono riuscito. Mi rendo conto ora, mentre scrivo questa Iettera, immaginando come sarà il mio ultimo momento nella Terra, che è il più stupido desiderio che si possa avere. La gloria personale, la grandezza, la fama, altro non sono che una cosa passeggera. L'amore che si crea nella vita invece è eterno, poiché Dio solo è eterno, e l'amore ci viene da Dio. Se c'è una cosa di cui mi non mi sono mai pentito, è quello di avere amato tante persone nella mia vita, e tanto. Eppur troppo poco. Chi mi conosce sa bene che non sono un tipo a cui piaccia dare consigli, ma questa è la mia ultima occasione...perciò ve ne prego amici miei, amate chi vi sta attorno, non dimenticatevi che i nostri compagni di viaggio non sono mai il mezzo ma il fine. Il mondo è buono se sappiamo dove guardare!
In molte cose, come vi ho già detto, sbagliavo! Per buona parte della mia vita ho pensato che non ci fossero eventi totalmente positivi o totalmente negativi, che dipendesse da noi vederne i lati belli o i lati oscuri. Certo, è una buona filosofia di vita, ma non è tutto! Un evento può essere negativo ed esserlo totalmente! Quello che spetta a noi non è nel trovarci qualcosa di positivo, quanto piuttosto di agire sulla retta via, sopportando, e, per amore degli altri, trasformare un evento negativo in uno positivo. Non si tratta di trovare i lati positivi quanto piuttosto di crearli, ed è questa a mio parere, la facoltà più importante che ci è stata data da Dio, la facoltà che più di tutti ci rende umani.
Voglio farvi sapere che voglio bene a tutti voi, e che è stato un piacere compiere la strada della mia vita al vostro fianco. Non vi dirò di non essere tristi, ma non siatelo troppo. Come ad ogni morte, ci sarà qualcuno tra i miei cari che piangerà per me, qualcuno che rimarrà incredulo, qualcuno che invece, magari senza sapere perché, avrà voglia di andare fuori con gli amici, stare insieme, ridere e scherzare, come se nulla fosse successo. Voglio esservi accanto in questo, e farvi sapere che è normale. Per chi piangerà, sappiate che è normale essere tristi. Per chi vorrà fare festa, sappiate che è normale far festa. Piangete e festeggiate, fatelo anche in onore mio. Se vorrete ricordarmi invece, non sprecate troppo tempo in rituali vari, pregate, certo, ma prendete anche dei bicchieri, brindate alla mia e alla vostra salute, e siate allegri. Ho sempre amato stare in compagnia, e perciò è così vorrei essere ricordato. Probabilmente però ci vorrà del tempo, e se voglio veramente consolare e partire da questo mondo in modo da non farvi stare male, non posso semplicemente dirvi che il tempo curerà ogni ferita. Anche perché non è vero. Perciò vi voglio parlare schiettamente del passo che io ho già compiuto e che tutti devono prima o poi compiere: la morte.
Anche a solo dirne il nome, a volte, la pelle rabbrividisce. Eppure è una cosa naturale, la cosa più naturale al mondo. Se vogliamo usare un paradosso la morte è la cosa più naturale della vita. Eppure ci fa paura! È normale, non c'è niente di male, anche Gesù ha avuto paura. È la paura delI'ignoto, perché non possiamo dire di averne avuto esperienza in passato. Pensiamo però alla morte in modo positivo: se Iei non ci fosse probabilmente non concluderemo niente nella nostra vita, perché tanto, c'è sempre un domani. La morte invece ci fa sapere che non c'è sempre un domani, che se vogliamo fare qualcosa, il momento giusto è “ora”!
Per un cristiano però la morte è anche altro! Da quando Gesù è morto sulla croce, come sacrificio per tutti i nostri peccati, la morte è l'unico modo per vivere realmente, è l'unico modo per tornare finalmente alla casa del Padre, è l'unico modo per vedere finalmente il Suo Volto. E da cristiano ho affrontato la morte. Non volevo morire, non ero pronto per morire, ma ero preparato. L'unica cosa che mi dà malinconia è non poter esserci per vedere il mondo che cambia e che va avanti. Per il resto però, spero di essere stato in grado, nell'ultimo mio momento, di vedere la morte come la vedeva san Francesco, le cui parole mi hanno accompagnato tutta la vita. Spero di essere riuscito anch'io ad accogliere la morte come “Sorella Morte”, dalla quale nessun vivente può scappare.
Se in vita sono stato degno, se avrò portato la mia croce così come mi era stato chiesto di fare, ora sono dal Creatore. Ora sono dal Dio mio, dal Dio dei miei padri, nella sua Casa indistruttibile. Lui, il nostro Dio, l'unico vero Dio, è la causa prima e il fine di ogni cosa. Davanti alla morte nulla ha più senso se non Lui. Perciò, sebbene non c'è bisogno di dirlo, poiché Lui sa tutto, come ho ringraziato voi voglio ringraziare anche Lui. Devo tutta la mia vita a Dio, ogni cosa bella. La Fede mi ha accompagnato e non sarei quello che sono senza la mia Fede. Lui ha cambiato la mia vita, l'ha raccolta, ne ha fatto qualcosa di straordinario, e Io ha fatto nella semplicità della mia vita quotidiana.
Non stancatevi mai, fratelli miei, di servire Dio e di comportarvi secondo i suoi comandamenti, poiché nulla ha senso senza di Lui e perché ogni nostra azione verrà giudicata e decreterà chi continuerà a vivere in eterno e chi invece dovrà morire. Non sono di certo stato il più buono dei cristiani, sono stato anzi certamente un peccatore, ma ormai poco conta: quello che conta è che ho provato a fare del mio meglio e lo rifarei. Non stancatevi mai, fratelli miei, di portare la croce che Dio ha assegnato ad ognuno, e non abbiate paura di farvi aiutare nel portarla, come Gesù è stato aiutato da Giuseppe di Arimatea. E non rinunciate mai ad un rapporto pieno e confidenziale con Dio, accettate di buon grado la Sua Volontà, poiché è nostro dovere, ma non siate nemmeno passivi, e fate sentire forte la vostra voce, fate conoscere a Dio la vostra volontà, così come fece Giacobbe, che per il suo essersi dimostrato forte fu chiamato Israele: Colui che lotta con Dio.
Di sicuro, Dio, che è madre e padre, che nella persona di Gesù ha provato ogni umana debolezza, e che nello Spirito Santo vive sempre in noi, che siamo il suo Tempio, apprezzerà i vostri sforzi e li terrà nel Suo Cuore.
Ora vi Iascio, come vi ho detto non amo i funerali quando diventano troppo lunghi, e io breve non sono stato. Sappiate che non potrei mai immaginare la mia vita senza di voi, e se mi fosse data la possibilità di scegliere, avrei scelto ancora di crescere al vostro fianco. Sono contento che domani il Sole spunterà ancora...
Famiglia mia, fratelli miei, amici miei e amore mio, Vi sono vicino e se mi è concesso, veglierò su di voi, vi voglio bene!
P.s. State tranquilli, tutto questo è solo sonno arretrato...”
Sammy Basso
3 notes
·
View notes
Text
[✎ ITA] BTS FESTA 2024 : Lettere BTS x ARMY⠸ 13.06.2024
BTS FESTA 2024
LETTERE dei BTS per l'ARMY
__13. 06. 2024__
🐨🐨🐨🐨🐨🐨🐨🐨🐨🐨🐨🐨🐨🐨🐨🐨🐨🐨🐨🐨🐨🐨
RM
Ciao.
Invece di dilungarmi con troppi giri di parole, starò sul semplice. Ho una voglia matta di rivedervi.
E mi mancate tuttə moltissimo.
Manca circa un anno a quando potremo ritrovarci.
Vi sta piacendo il mio album 'RPWP', rilasciato il mese scorso?
State tuttə bene? Se penso al mio ritorno, il tempo sembra non passare mai, ma sto tenendo duro. Insieme alla mia anima gemella, il mio adorato sassofono tenore..
Quando tornerò, vi suonerò 'Dynamite'. ♫ ♪~~
Mi raccomando, riguardatevi durante quest'estate afosa.. In questo nuovo ambiente, ho la mente piena di pensieri ed emozioni, vecchi e nuovi.
Mi chiedo come debba essersi sentito Jin hyung, allora, che è stato il primo ad iniziare ed era solo. [Jin,] Sei stato davvero forte, congratulazioni! Hyung, per favore, mostra tanto amore [all'ARMY] anche per noi. Mi spiace solo che stiamo lasciando questa responsabilità tutta sulle tue spalle. Ma, ad ogni modo, presto tornerà anche Hoseokie!
Il mio amore per tuttə voi è costante ed invariato. Chissà quanto più forti sarà/saremo e quanto più bello sarà tutto, quando ci riuniremo.
L'attesa non è semplice, ma sicuramente questa non è una prova priva di significato. E il nostro tempo insieme non è sicuramente finito. Siamo appena appena alle prime battute del secondo atto. Nonostante mi manchiate tuttə moltissimo, sto facendo e continuerò a fare del mio meglio per tenere duro.
Sono passati 11 anni dal nostro primo incontro, e ne manca solo 1 al nostro ricongiungimento.
ARMY__ era da tanto che non chiamavo il vostro nome ad alta voce.
È una cosa che mi riempie d'emozione e mi ricorda la nostra storia insieme.
Vi voglio un sacco di beneeee!
Namjoon, maggio.
🐹🐹🐹🐹🐹🐹🐹🐹🐹🐹🐹🐹🐹🐹🐹🐹🐹🐹🐹🐹🐹🐹
JIN
Ciao. Sono Jin.
Spero stiate tuttə bene. Era da un po' che non vi scrivevo così.
Avrei voluto contattarvi e salutarvi più spesso, ma purtroppo la situazione non me lo consente.
Più il giorno del mio congedo si avvicina, più sono emozionato ahah
Ma ho saputo che i membri vi hanno tenuto compagnia egregiamente, in mia assenza. Che bravi...
Ora è il mio turno di essere fonte di gioia per tuttə voi, ARMY.
Sebbene non sarà lo stesso, da solo, farò del mio meglio per tenervi compagnia.
È dall'anno scorso che penso e programmo il da farsi e, non appena sarò congedato dall'esercito, vi mostrerò tutto ciò che ho preparato, una cosa alla volta.
Grazie per tutto il tempo trascorso al nostro fianco,
vi voglio bene, ARMY ♡
P.S.: Ragazzi (BTS), coraggio, continuate così ~
🐱🐱🐱🐱🐱🐱🐱🐱🐱🐱🐱🐱🐱🐱🐱🐱🐱🐱🐱🐱🐱🐱
SUGA
Ciao, ARMY!! Sono SUGA!!
Quanto tempo, vero? Era tanto che non scrivevo una lettera come questa, quindi è tutto un po' strano ed imbarazzante ahahah
Io sto benone.
In mia assenza, è uscito il mio film[/concerto] ed io ho finito l'addestramento di base. Di questi tempi, sono molto impegnato. ARMY, anche voi state trascorrendo al meglio le vostre giornate, vero? Eh eh
E siamo di nuovo al 13/6. Ogni anno, quando arriva questo giorno, è sempre carico di bei ricordi.
Non mi sembra ancora vero non potervi vedere in questa giornata, ma sono sereno perché so che Seokjinie hyung la trascorrerà in allegria insieme a tuttə voi eh eh
Spero vi divertirete tuttə un mondo all'evento preparato per la nostra FESTA del 13/6!!
Anche io non faccio che contare i giorni che mi separano dal ritrovarvi!
Fino ad allora, vi prego di riguardarvi, non stancatevi ed abbiate cura di voi.
Continuiamo ad aspettare con trepidazione il giorno in cui ci rivedremo!
Mi mancate, ARMY!!
A presto. Ciao~!!
- SUGA -
🐿🐿🐿🐿🐿🐿🐿🐿🐿🐿🐿🐿🐿🐿🐿🐿🐿🐿🐿🐿🐿🐿🐿🐿🐿🐿🐿🐿🐿🐿🐿
j-hope
Ciao, ARMY, come state??
Io sto continuando il mio lavoro di caposquadra, in qualità di sergente.
Ora che mancano 4 mesi al mio congedo, sto iniziando a pensare al mio ritorno in società, mi sto allenando per perdere qualche chilo e, a modo mio, ho cercato di studiare un po' di inglese parlato, mentre portavo avanti la mia vita da militare.
Quindi, sì, anche qui... ecco, la mia routine non è poi così diversa da quella di una celebrità...
Ahahahahah
Non so se sarete d'accordo con me, ma... credo di esser diventato un po' più calmo.
Sarà forse che sono finalmente maturato e diventato un vero adulto??
Buahahah! ⭠ A giudicare da comportamenti simili, forse no,
non credo d'esser cambiato molto.
Ad ogni modo, il tempo vola davvero, è già giugno, mese in cui festeggiamo tutto il nostro universo [dei BTS e dell'ARMY], e sono sicuro che quando vedrete Jin hyung, sarete ancor più felici perché significa che il momento in cui saremo ancor più uniti e di nuovo tuttə insieme è sempre più vicino.
Ma basta parlare di me. Ora voglio sentire le vostre storie.
Come ve la state passando?
State mangiando come si deve, vero??
Dormite quanto basta?
Che interessi avete, di questi tempi?
La vostra vita, in nostra assenza, procede bene?
Che cosa vorreste dirci, quando ci ritroveremo?
Siate sincerə, ci avete già traditi~?
Ve la siete già data a gambe con Sunjae* in spalla~?
[* rif. al recente e popolare K-drama "Lovely Runner". Il titolo coreano (선재업고 튀어) lett. significa "Darsela a gambe con Sunjae in spalla"; Ryu Sunjae è il protagonista maschile della storia, interpretato dall'attore Byeon Woo-seok, n.d.t.]
Ora che sono arrivato ai 30 anni, ho un sacco di nuove curiosità e domande per voi! ♡ ♡
No, ma in realtà credo sia perché ho una voglia matta di sentire di nuovo le vostre voci, di persona, e credo che quel momento non sia poi così lontano..!!
Non vedo l'ora...
Però, onestamente.. Ultimamente ho come l'impressione il tempo non passi mai..
Non faccio che sognare.. un sacco e.. cerco di aver pazienza, ma è difficile..
Mentre vi scrivo questa lettera, non sono sicuro ciò che provo sia espresso al meglio. Spero i sentimenti del sergente Jung Hoseok, in questo giugno, vi arrivino forte e chiaro, in tutta la loro onestà~
Mi mancate~
Voglio vedervi~
Cercate di non ammalarvi, godetevi giugno e continuiamo ad aspettare insieme ottobre!
Allora ci rivedremo~~
Vi voglio bene!♡ ♡
- Il vostro Hope -
P.S.: Ovviamente, nell'attesa del prossimo anno...
Vi voglio bene, "BTS" Vi voglio bene, "ARMY"
🐥🐥🐥🐥🐥🐥🐥🐥🐥🐥🐥🐥🐥🐥🐥🐥🐥🐥🐥🐥🐥🐥
Jimin
Per l'ARMY
ARMY, ciao, sono Jimin.
È passato davvero tanto tempo dall'ultima volta che sono passato a lasciarvi un saluto.
Lasciate che vi scriva tutto ciò che mi passa per la mente!
Ragazzə.. mi mancate davvero un sacco!
Non è affatto semplice.. sul serio, eheh ahahahahahahah
Non passa giorno in cui io non cerchi di immaginare come sarà rivedervi.
Quando sono a letto, perso nei miei pensieri, mi chiedo tipo
'Quando ci ritroveremo, con che colore di capelli potrei venire a trovarvi?'
'Allora, sarò già più in forma, vero?'
'E poi, per quanto tempo dovrò lasciarmi crescere i capelli, prima di venire a trovarvi?'
'Che orecchini potrei indossare, quali vestiti mettere?'
'Quali canzoni potrei cantare?'
Ed inizia a battermi fortissimo il cuore, tant'è pieno di emozioni, al punto da non riuscire a chiuder occhio.
Mi chiedo come stiano le/i nostrə ARMY
Se state mangiando come si deve, se state facendo esercizio fisico.. beh, immagino quello no, vero? Ihihihihihihih (ma fareste bene a farlo, dico sul serio). Non è successo nulla di preoccupante [nelle vostre vite], vero? Se così fosse, spero non stiate attraversando un periodo troppo difficile.
Le/i nostrə ARMY si meritano d'essere sempre felici.
Vorrei potervi rendere anche solo un goccio più felici, ma purtroppo [al momento non mi è possibile]..
Ciononostante, sto facendo del mio meglio e qui il servizio procede bene, quindi non preoccupatevi per me, e tanto presto Jin hyung sarà congedato, no?!
Per ora, divertitevi con Jin hyung e, poco alla volta, torneremo tutti quanti da voi.
Dobbiamo ritrovarci e divertirci insieme al più presto.
Tornerò ancora a salutarvi sotto forma di lettera.
Vi voglio bene, ARMY. Mi raccomando, abbiate cura di voi!
- Jimin
🐻🐻🐻🐻🐻🐻🐻🐻🐻🐻🐻🐻🐻🐻🐻🐻🐻🐻🐻🐻🐻🐻
V
ARMY, mi mancate! Ah! State davvero tuttə bene, siete in buona salute, vero?
Io sto mangiando a volontà, dormo bene e, durante questo periodo d'addestramento, sto vivendo una vita sana, diciamo.
Sto ricevendo tanta buona energia positiva sia dagli amici più giovani [*ma che hanno iniziato il servizio insieme a lui] che dai colleghi con più esperienza, e grazie a loro sto vivendo tante nuove avventure e mi sto divertendo tanto. Non per vantarmi, ma ci sono diverse cose in cui sono arrivato anche primo ahah
Me la cavo anche con le armi da fuoco! Ho ricevuto molti complimenti in quel campo, e sto anche imparando il nogi judo ed il ju-jitsu dai nostri valorosi commilitoni.
Mi sento davvero rinato!!
Nel vedere il fisico dei nostri soldati, sono grato già solo di potermi addestrare al loro fianco, e sto lavorando sodo per rimanere al passo [con loro]! Sono davvero una grandissima motivazione/ispirazione per me. Nonostante qualche infortunio qui e là, prometto che non mi spingerò troppo oltre/che avrò cura di me!!
Ma il fatto è che sono davvero su di giri. Vi prego di capire, eheh
Ultimamente, quando ho del tempo libero, mi metto in un angolino e.. ballo.. era già un po' che ne avevo voglia.
È ciò che sto facendo con calma, poco per volta, per evitare anche la più piccola eventualità di dimenticare chi sono e perdere il mio tocco.
Non soffro più di vertigini! Niente di che, alla fine!... Non è vero! Ho avuto una paura matta, ma alla fine sono riuscito a superarla.
E ora che vi ho detto come va, anche voi dovete assolutamente stare bene, ARMY.
Spero non vi ammaliate e che non siate troppo preoccupatə/ansiosə.
Perché è tipico nostro, mio, dei BTS e di voi ARMY, preoccuparci sempre gli uni delle/gli altrə, anche se da lontano, ma cerchiamo di stare serenə e speriamo di ritrovarci presto.
Quando io, i membri e l'ARMY ci rivedremo, dobbiamo assolutamente lasciar liberi tutti questi sentimenti di affetto e disfarci del senso di mancanza [che stiamo provando ora]! Non vedo l'ora di ritrovarvi. Vi voglio un sacco di bene.
AFoBangFo. Borahae. Ciao ciao~
🐰🐰🐰🐰🐰🐰🐰🐰🐰🐰🐰🐰🐰🐰🐰🐰🐰🐰🐰🐰🐰🐰
JungKook
Per l'ARMY
ARMY, ciao, sono JungKook.
È un sacco di tempo che non scrivo una lettera a mano e credo la mia calligrafia sia peggiorata. Scusate eheh
Ragazzə!! Sto bene.
Ovviamente dire che non c'è nulla di difficile sarebbe una bugia, ma me la sto cavando bene e non faccio che pensare al giorno in cui potrò rincontrarvi e, qui e là, di tanto in tanto, ci sono anche momenti divertenti che mi aiutano a non pensare alla fatica eh eh
A proposito, vi è piaciuta la mia fan song, "Never let go", rilasciata a giugno?
Fin da quando ho iniziato a lavorarci, ci tenevo fosse una canzone per le/i fan.
Spero io sia riuscito ad esprimervi al meglio ciò che provo per voi ihih
L'idea originale era mostrarvi anche una performance, insieme alla canzone, ma non c'è stato tempo sufficiente e non ho potuto farlo.
Se ce ne sarà l'opportunità, mi piacerebbe – anche se in futuro – eseguirla dal vivo sul palco eheh (ma non c'è ancora nulla di preparato)
Però vorrei veramente esibirmi..
Non vedo l'ora di sentire di nuovo le grida delle/gli ARMY..
Voglio tornare ad esibirmi con belle canzoni e performance...
Anche se lo scorso inverno è stato davvero gelido, e l'estate afosa non è neppure ancora iniziata, non vedo l'ora sia di nuovo inverno...
Il tempo sta scorrendo estremamente lento ㅜㅜ ahah
Immagino sia perché il senso di mancanza che provo nei vostri confronti è troppo grande.
Se continuerò semplicemente a fare ciò che devo fare, senza pensarci troppo, presto sarà di nuovo il momento di ergermi di fronte a voi, giusto?
A-ja a-ja [*su, su / coraggio]...! Ad ogni modo, ragazzə!
Fino a quando non ci rivedremo, mi raccomando non ammalatevi ed abbiate cura di voi!
Così, quando ci ritroveremo, la gioia sarà ancor più grande, non trovate?!
Mi mancate un sacco.
E vi voglio un mondo di bene!
Detto ciò..Sono davvero pessimo nel scrivere lettere ahah..
Ora vado!! Ciao!!!
- JungKook -
⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS | eng : trad ufficiale, © btsbaragi_jk⠸ Twitter
3 notes
·
View notes
Text
Stanza 9D, piano 01
1° giorno, vuoto. Dove sono? Non conosco questo soffitto. Apro le tende. L'orizzonte conduce al nulla. Mi reggo in piedi? La pelle delle mie ginocchia sul mio volto. Il telefono squilla. No, mancherò. Mi manca un libro. Non riesco a mangiare. Ficcare le dita nella carne per tirarne via il cuore. Esprimi un desiderio. La morte non mi salverebbe. I miei sentimenti? Fanne ciò che vuoi. L'umido lo ritirano il Giovedì. Il conto dell'hotel. Fuori è ancora giorno. Vorrei solo piangere. È dentro. SOS. Sta bene signore? Si sente vuoto signore? È ancora lì signore?
Due giorni per ricordare. Avevo fiducia in te. Benvenuti a casa nostra. Stai mentendo. Smettila di pensare. Sei una persona disgustosa. Le ho chiesto di sposarla. Per quale motivo lo hai fatto. La nostra prima foto. Vai a pagare le bollette? Smettila. Vorrei andare a Varsavia. Non ti voglio più vedere. Hai distrutto il mio affetto. Cent'anni di solitudine. Preferisco stare in hotel. Alessandro, smettila di pensare. La dedica. Non voglio condividere con te un secondo di più. Non vedevo l'ora di vederti. Ti amo Alessandro. Non pensarci più. Non ti voglio più. Tua, Laura. Finiscila. Ti amo, Laura. Mi fai schifo. Basta. Non vedevo l'ora di essere tra le tue braccia.
Alba, formicolii. Il letto la mia nave che affonda. Il cuore ho controllato, funziona. Cosa ci sarà domani? Basta. Ai posti di partenza. Non riesco a provare altro che dolore. Vorrei solo riuscire ad alzarmi. I pensieri mi trovano ogni volta. Destinazione: il nulla. Conto alla rovescia. Non voglio immaginare il domani. Le palpebre tremano. Cosa dovrei fare? Il traguardo lontano da me. Vorrei solo che tutto finisse. Accarezzare l'infelicità. Dov'è il tasto per spegnere il sistema. Astenia. I polmoni si riempiono d'acqua. Basta. Vorrei solo una soluzione. C'era una volta. Niente può consolarmi. Incertezza. Non so nuotare. Sei una vergogna. E vissero tutti felici e contenti. Buonanotte infelicità. Che schifo.
4° giorno? B/N. I sensi si risvegliano. 9D, contenitore temporaneo della mia anima. Il passato sbatte contro le pareti della mia mente. Daena. Ti piace quanto ti sfioro così? Posizione fetale. Percorro il corridoio dei ricordi. Il mare accarezza le mie guance. Basta così. Servizio in camera. La luce che illumina il mio corpo. Tirare su col naso. Il futuro proiettato al cinema delle mie fantasie. Betelgeuse. Il buio che inquieta il mio animo. Un film horror. Il futuro mi aspetta al varco. Intorpidimento. L'odore dei tuoi capelli appena lavati. Dove mi trovo? Basta, ti prego. La conformazione del mio universo. Abbandonare il passato. Alessandro, il nostro protagonista. Un cane in autostrada. Le mie labbra che ti sfiorano. Immaginazione. La seta di queste tende. A cosa credere? Titoli di coda.
04:00. Tasto ON. Due mani che premono sulla mia gola. "Sei uno stronzo". Una montagna che mi avvolge. Laura, dove sei? "Smettila". Tremo come mai prima d'ora. Lo spettacolo della mia disperazione. "Cosa vuoi ancora?". Capita, che ci vai a fare. Il freddo di queste lenzuola. "Bastardo". Si va in scena. Chi c'è accanto a noi? "È colpa tua". Le mie labbra che ti cercano. Lasciatemi respirare vi prego. Raggiungere la meta. "Togliti di dosso". Un eterno scrutare. Dove mi trovo? "Cosa vuoi ancora da me?" Una luce, ad illuminarmi su questo palco. Qualcuno che ci interrompe. "Ti odio". Lorazepam. L'odore delle onde del mare. "Vergognati". Un angolo in cui rifugiarsi. Non c'è colore senza luce. Perché tutto questo? Basta, non ancora. I tuoi insulti, alle spalle di un faro. Cosa ti ho fatto? "Vaffanculo". Il sospiro nel pubblico. Parlami, ti prego. "Sei disgustoso". Perché tutto questo? La scenografia che crolla. "È solo colpa tua". Un bicchiere si infrange a terra. "Hai rovinato tutto". Il pubblico si alza in piedi. Il nulla mi avvolge. "C'è un'altra persona nella mia vita". Le mie mani a trattenere le lacrime. "Non sei più nulla per me". Il sipario si chiude. Un cuscino a far tacere i miei pensieri. Applausi a scena aperta. Un inchino. Basta. Grazie per essere venuti. Tasto OFF.
Giovedì? Servizio in camera. "Pronto?". Lo stridio dei gabbiani. "Caricamento...". Nessuna risposta. Un pescatore che ormeggia. Pezzi di vetro sotto la pianta dei piedi. Cosa c'è, al dì fuori di qui? "Attendere prego". Silenzio. Il rosso del mio sangue, unico colore in questa stanza. Basta. Chi è Alessandro? "Segreteria telefonica". La sabbia tra le dita dei piedi. E se la mia realtà non fosse questa? "Vuoi cancellare tutto?" Il rumore di un treno che passa. Chi è Laura? "Chiami il 901 per ulteriori informazioni". Una donna, seduta su una panchina. "Signore, posso entrare?". Forse non l'ho mai conosciuta davvero. Un palloncino rosso. Basta Laura. "Errore, chiudere il programma e riavviarlo". Prego, entri pure. Dondolare le gambe. Mi ha mentito per tutto il tempo. "Il numero da lei chiamato non è momentaneamente raggiungibile". Al suo posto un tulipano bianco. Appoggiati a me. Che bello il tramonto quando ci sei tu. "Riprovi più tardi. Grazie".
Di nuovo a questo mondo. La melodia della mia disperazione risuona nell'aria. Una lista di cose da fare. Toc toc. Come ho fatto a non accorgermene? Lì fuori tutti dormono. La sabbia che scorre tra le mie mani. Non svegliarmi guardando il tuo sorriso: fa male. Fa freddo, fuori le lenzuola. Basta. Chi è? Risolvere l'insonnia: da fare. Basta, non ho fatto nulla di male. Cos'è questo improvviso dolore alle gambe? Ho perso il controllo. Ciao, Laura. I miei sentimenti serviti a colazione. Cavaliere, salva la tua principessa. Ritrovare la lucidità: da fare. Il sole ti illumina ma è ancora buio. 404 - l'anima non è stata trovata. Perché tutto questo? Smettere di rigirarsi nelle lenzuola: fatto. Il sibilo di un cerbiatto in fin di vita. Come sei bella quando dormi. Ritrovare la lucidità: da fare. 7° giornata di sopravvivenza su quest'isola deserta. No, non potrei mai odiarti. I miei polpastrelli che delimitano il tuo viso. Non sei qui con me, vero? Alzarsi dal letto: fatto. Basta, non ne posso più. Ti odio quando mi dai i calci alle gambe. L'universo alternativo in cui tutto questo non è successo. No, non ne avresti il coraggio. Abituarmi alla tua assenza: da fare. Aggiungere un nuovo punto alla lista. Distorsione della realtà. Le tue labbra sottili, che nascondono il tuo splendido sorriso. Vattene via. Grazie Alessandro, ma la tua principessa è in un altro castello. Buongiorno dolcezza, hai dormito bene? Guardarti distesa sul nostro letto: fatto. No, non mi serve niente. Trovare uno scopo alla propria vita: da fare. Ciao, Laura. Non ha senso tutto ciò. Smettere di amare Laura: non so se lo farò.
Un 17. Una data o un orario. 71 ricordi feriti stamattina nella strage di Parigi. Chiudi gli occhi Alessandro. Marco, ci sei per domani? Basta. Ultima chiamata per il gate 17, volo Ryanair per Varsavia delle 11:17. Abbandonati al tuo destino. Un umarell a contemplare il cantiere di me stesso. È colpa tua Alessandro. Premi sulla ferita, più forte. Basta Laura, finiscila. Cosa ci fai tu qui? I miei biglietti, prego. Costruisci il tuo universo e infarciscilo dei tuoi desideri. Gianluca, finalmente c'incontriamo. Cos'ho fatto? Basta per favore. Ti farà male, ma continua a premere. Indagata una donna di nome Laura. Non sai quanto ti voglio bene Riccardo. Vuoi che Laura ritorni? Allora addormentati. Nulla, ma è colpa tua. Basta così ti prego. Basta. Si sposti. È suo questo orologio? Non svegliarti, torna a dormire. Allacciate le cinture di sicurezza, l'aereo sta per decollare. Basta Laura, ti prego. Signor Alessandro, è sua questa fotografia? Basta, ti scongiuro. Ti prego basta, basta Laura. Non ne posso più. Buonanotte Alessandro, non vedo l'ora che sia domani.
Guardo il soffitto. Vuoto. Sgombro da ogni possibilità. Lo guardo perché alla ricerca di un punto luminoso, un qualcosa che possa distrarmi e guidarmi in questo mare di assenza e silenzio. Riattivo i miei muscoli lentamente: li sento strusciare, sotto queste ruvide coperte. Mi sembra di sentire il sibilo del vento, solo che ho il potere di deciderne l'intensità, il rumore, la frequenza e la forza, addirittura la direzione. Ma il vento rallenta, fino quasi a fermarsi, quando capisco che sono in un letto, anche se non mio. Il mio corpo è a galla mentre le onde mi cullano ma allo stesso tempo mi agitano, da una parte all'altra di questo infinito ma delimitato oceano chiamato letto. Galleggio e quasi mi lascio annegare, quasi ad abbandonare un corpo che non sento mio. Che non ho mai sentito mio. Che abbandonerei, se potessi, su un'isola deserta a deperire per, poi, lasciarlo mangiare agli uccelli e ai pesci. Ma non affogo completamente. No. Non ne ho il coraggio. Anche se non sto cercando di nuotare perché, mi rendo conto, di non avere la forza per farlo. Non al momento almeno. Mi lascio quindi cullare da tutto questo, anche se sono stato sbattuto con violenza nei meandri di questo piccolo spazio, ritagliato all'interno delle infinite possibilità di un universo pieno di spazi, mal riempiti e mal concepiti, anche dalla mia piccola ed infinitesimale immaginazione. Una violenza che, però, ho scelto: ho cercato, addirittura desiderato, ad un certo punto. Che ho bramato fino a qualche ora fa ed immaginato, nei più piccoli e nefasti dettagli. I miei sensi, mi accorgo, sono spenti: gli occhi, aperti, non hanno nessuno stimolo. L'olfatto riesce solamente a captare il mio fiato, pesante e disgustoso. La mia bocca permea di un sapore orribile. Le mie orecchie che rifiuta quel sibilo così assordante. Il tatto che, al contrario degli altri sensi, capta un piccolo segno di vita: con i polpastrelli riesco a sfiorare qualcosa, ma capisco solo dopo cos'è. È carne. Pelle, nuda, che giace accanto a me inerme, immobile. C'è qualcuno accanto a me. Laura, è accanto a me. Il suo respiro è leggero, labile anche se accompagnato da un sibilo e, solo ora che sposto l'attenzione dei miei sensi su di lei, mi accorgo della sua esistenza, nella vacuità di questa camera d'albergo. Faccio un po' di fatica ad ascoltarla: per quanto sia accanto a me allo stesso tempo è dall'altro lato di quest'oceano limitato da questi bordi così stringenti ma accoglienti. So però che è viva e sopravvive, anche nel pieno della sua tenera arrendevolezza e, questo, mi rincuora. Cerco di muovermi il meno possibile; non vorrei tirarla fuori dal suo regno, fatto di subconscio e colori perché, forse, non ne sono degno. Mi rendo conto che l'assenza di guide, in questo cielo fatto di cemento armato, è proprio il risultato di una luce che mi ha portato proprio qui, accanto a lei, in questa stanza completamente buia. Potrei avvicinarmi al suo corpo docile e inerme per proteggerla dalle intemperie del mondo esterno ma decido di non farlo. Non credo sia giusto, come non credo sia giusto svegliarla, per quanto desideri osservarla nella sua semplice ma rassicurante bellezza. Mi piacerebbe scorgerla, dall'antro del suo io più incontrollato per guardarla dritta nei suoi occhi grandi e marroni ed osservare, nel suo sguardo, quello che Laura prova per me. Non posso però, no, o forse non voglio, perché nella staticità di tutto posso stare tranquillo ed esser sicuro che nulla cambierà, almeno finché lei dorme. Preferisco osservarla, o quantomeno immaginarla, visto che il buio mi nasconde i suoi lineamenti gentili. La figuro nella mia mente, nei rimasugli di ciò che mi rimane della sua immagine e, mentre lo faccio, il sibilo del vento aumenta perché i miei muscoli si riattivano. Mi rigiro nel letto e, nel farlo, le do le spalle. Farlo è condizione necessaria e sufficiente, perché qualsiasi cosa io veda in questo momento non è reale, non esiste, è tutto frutto della mia immaginazione. Le immagini che creo, i colori che associo a tutto questo, anche solo i lineamenti di Laura e il suo odore, le sue spalle, i suoi lunghi capelli, non esistono e, al momento, non ho bisogno di vedere. Non ho bisogno di vedere al di là delle cose e di tutto questo, né sento la necessità o la volontà di farlo. Le do le spalle perché così posso raffigurarla come voglio attingendo dai miei ricordi. Forse lo faccio perché temo che, dentro di me, il vederla di nuovo accanto a me, inerme, amorevole nei miei confronti potrebbe distruggermi. Forse lo faccio perché, stavolta, è l'unica cosa che posso fare: immaginarla è l'unica possibilità che ho di tenere in vita un qualcuno che, a quanto so, potrebbe anche non esistere più. Attingo ai ricordi della prima volta in cui sono stato qui, con Laura: faceva freddo, fuori era buio ed eravamo qui, insieme, increduli della rapidità in cui eravamo scivolati in quella stanza e dell'incredibile bellezza di quella giornata e di noi due. Era la prima volta che ci vedevamo, eppure sembrava come se ci conoscessimo da una vita, come se ci volessimo da praticamente sempre. Provo a ricostruire l'enorme passeggiata, in quei vicoli lunghi e nefasti ma, nel farlo, mi accorgo che i miei ricordi sono stati alterati. Qualcosa o qualcuno ha sostituito la luce del sorriso di Laura con del buio, cupo e denso, come fanghiglia. La luce è stata spenta in qualche modo e lei, Laura, non c'è più. Al suo posto ci sono delle sensazioni vaghe, che riflettono debolmente quello che ho provato in quei momenti e una sagoma, a cui attribuisco e indirizzo tutte le mie emozioni e sentimenti ma, che, non riesco più a riconoscere, comprendere e ricordare, rivivere, riflettere su quello che è ed è stata la mia vita, finché lei non se n'è andata. Laura è sparita e, con lei, la mia capacità di vederla, figurarla, ricordarla ed immaginarla. Laura ha distrutto sé stessa uccidendosi dentro di me. Sono stato privato dei miei stessi ricordi, estirpati come erbacce e cancellati in una maniera così brutale e cruda che ho fatto fatica ad accorgermene. Mi sento come se qualcuno avesse deciso di tirarmi via il cuore e farne carne da macello. Violato perché nessuno, nessuno, aveva così brutalmente distrutto la mia intimità, nei confronti dei miei stessi ricordi. Ma non voglio, no. Non deve andare così. Mi catapulto nei vicoli della cittadina dei ricordi che abbiamo costruito insieme, nel tentativo di rincorrere Laura e quello che è stato ed ha rappresentato per me: percorro i suoi gesti, piccoli, che mi dedicava ogni giorno. Riguardo e riscopro, in una ricerca affannosa, le sensazioni che mi ha trasmesso, l'amore che ho e che mi ha dedicato. I momenti di noi due che nessuno potrà cancellare ma, che, son stati irrimediabilmente modificati ed alterati, in nome di non so bene che cosa. Ricerco il suo sguardo, ma più ci provo più mi accorgo di non riuscire ad attingere dai miei ricordi perché Laura non c'è più: sono da solo in questa cittadina e, più tento di attraversare le strade della nostra storia, più mi accorgo di quanto desolata e in rovina sia il tutto. Laura è sparita, sostituita da una vaga figura che non le assomiglia più e io sono da solo, in mezzo a tutto questo. Provo a guardare nelle vetrine dei negozi, esposti i quadri dei nostri ricordi ormai imbrattati da ciò che è stato. Rincorro qualsiasi ombra perché, in cuor mio, spero di vedere la tua figura. Corro, urlo e mi dimeno, sperando di farmi notare da te almeno per un'ultima volta ma, ogni volta che mi avvicino a te, c'è un vicolo cieco e, ogni volta che mi metto sulle punte per guardare in là e cercare di scrutare il tuo dolce viso, non vedo altro che desolazione, tristezza, paura. Non posso rimanere qui, non c'è altro che la mia infinita tristezza. All'improvviso sono di nuovo a letto, accanto a lei: è da qualche minuto, o forse di più, che credo di aver distrutto l'immobilismo di questo posto con il rumore, incessante ma labile, del mio singhiozzare. Aggiungo nuove gocce d'acqua a quest'oceano che, lentamente, mi sta inghiottendo, lasciandomi respirare a fatica. Dall'altra parte Laura è immobile, impassibile, mentre continua a far sibilare il vento col suo semplice e dolce respirare. Il suo sibilo, il suo dolce sibilo, fa agitare le onde di quest'oceano. Ho deciso di lasciarmi andare. Impassibile, come se non m'importasse più nulla di tutto questo. Sono quasi felice, al fatto che io stia lì, inerme, pronto a morire senza lottare. Pronto ad assumermi la responsabilità e la colpa di ciò che è successo, anche se non è un qualcosa che mi dovrei affibbiare ma non importa, perché sono sicuro che nel fondo di questo oceano troverò le mie colpe e, allo stesso tempo, la mia liberazione. Perché forse di colpe ne ho, anche se sono stato soltanto vittima. Chiudo gli occhi, o almeno ci provo, mentre l'acqua comincia ad invadere la mia gola e le mie narici mentre il mio corpo, stanco e provato, comincia ad arenarsi sul fondo di quest'oceano di colpa e dolore. Potrei reagire, ma non lo faccio. Non reagisco, no. Morire è una giusta punizione. Come dovrei reagire poi? Perché dovrei farlo? Non c'è niente che mi aspetti, nulla che possa anche solo mitigare ciò che è successo. Chiudo gli occhi, in attesa della fine ma, appena lo faccio, le onde si calmano. Non sono più in balia della mia colpa e delle onde, di questo mare 160 X 190 blu notte. Il sibilo del vento è cessato perché Laura si è svegliata e, dall'alto di questo oceano, mi sta parlando. Continuo a tener chiusi gli occhi, perché non credo di voler vedere come finirà tutto questo. Mi affido quindi al mio udito: sento la sua voce lontana, filtrata dall'acqua, che mi dice di fidarmi di lei. Fidati di me Alessandro. Fidati di me, per favore. Per quanto io ci provi non posso annegare nel mio mare di colpa e dolore, nemmeno se volessi. Potrei farlo, mi basterebbe pochissimo per annientare completamente ciò che sono e chi ho attorno. È una possibilità, com'è una possibilità giacere nel fondo di quest'oceano e restare qui, a contemplare la mia vita nell'indifferenza generale. Potrei, ma è la mia ultima possibilità per stare con Laura. Riapro gli occhi e, appena lo faccio, il mio corpo reagisce. Cerco di risalire e, più mi avvicino ai bordi di questo letto, più mi accorgo che è ancora tutto buio. Laura è oscurità e, più tento di metterla a fuoco, più i bordi del suo dolce corpo si confondono con le asperità di questa stanza. Fidati di me Alessandro. La mia testa fuoriesce da quest'oceano e, appena succede, sento la sua mano tra i miei capelli. Mi accarezza, come faceva quando eravamo a letto e voleva consolarmi dall'ennesima giornata storta della mia vita, dall'ennesimo dolore subito, da un torto che non avevo meritato. Sono tra le sue braccia, perché sento il suo odore attorno a me. Vorrei darle un bacio, guardarla negli occhi e dirle che la adoro ma non posso, non riesco, o forse non voglio perché sento, sento, che è tutto così sbagliato, che non è naturale, che è tutto frutto della mia immaginazione. Fidati. Quello che c'è dentro di me è, però, più forte e il desiderio di vederla solamente un'ultima volta per stringerla tra le mie braccia, prima di abbandonarla al suo destino, cresce ed è enorme dentro di me anche se so che, quando tutto questo finirà, dovrò imparare a fare a meno di lei, in tutto e per tutto. Ma è la mia ultima possibilità per accarezzarla, sfiorarla, sentire il suo dolce corpo sotto i miei umili polpastrelli, leggere le note della sua pelle, percepire i movimenti della sua carne viva. Per favore, non lasciarmi andare. Non la vedo, no, ma non importa, perché le mie dita percorrono i suoi fianchi, dolcemente, assaporando ogni vivido spigolo, pregustando ogni lembo di carne e aggredendolo come se fosse una preda e le mie dita il cacciatore. Mi abbandono alla mia volontà e, questo, mi permette di arrivare al suo seno piccolo e morbido, che sfioro. Per quanto io non la veda sento il suo respiro e il suo sibilare acquietarsi e rallentare, come se già sapesse cosa sta per accadere, come se stesse aspettando il momento in cui tutto questo finirà. Fidati, c'è un motivo per tutto ciò. Le mie dita arrivano alle sue clavicole, che percorro nella loro interezza e tenerezza, perché questa era la cosa che più mi piaceva fare quando c'era lei. Lei lo adorava, e mi diceva sempre che ero il primo e l'unico a fare questa cosa. Ma per quanto quel gesto, ripetuto 1000 volte, fosse automatico non lo è più in questo momento perché, in quest'ultimo brandello di felicità, non sto facendo altro che raccontarmi una menzogna. Fidati e riaccoglimi tra le tue braccia. La Laura che è qui, accanto a me, è solo rimasuglio di ciò che è rimasto dentro di me ma, forse, non importa. Credo vada bene così, perché è inutile continuare a lottare per dei ricordi che, forse, solo io mi porto dentro. Forse è il momento di lasciarla andare davvero. Il mio respiro è affannoso, ansioso, pesante. Non mi rendo ancora conto di cosa io stia per fare. Laura è di fronte a me: non la vedo, ma ne percepisco la presenza, anche solo grazie al suo sibilo. Le sue mani afferrano le mie, accarezzandole come faceva sempre. Fidati di me, sarò ciò che vuoi che io sia. Chiudo gli occhi perché ho paura. Mi avvicino alla linea del suo volto, morbido e accogliente, per tentare di ricordarla un'ultima volta. Le mie lacrime continuano a scendere, ancora e ancora, quando le mie mani si avvicinano al suo collo e cominciano a stringere. Non lascio per un istante la presa e uso tutta la mia forza, il più a lungo che posso, per far sì che Laura soffochi: non ne vedo i connotati, non sento alcun rumore, non c'è nessuna reazione, ma so che sta soffocando per causa mia. Fidati di me. Perché lo sto facendo? Perché sto uccidendo gli ultimi ricordi di una persona che ho amato? Le sue mani sono ancora appoggiate alle mie, continuando a rassicurarmi. Perché ho bisogno di questo, per andare avanti? Perché tanta violenza? Perché tutto questo? Forse perché non posso fare finta di nulla, non posso far finta che non sia successo nulla. Forse perché bisogno di porre fine a tutto questo. Forse perché non posso più sopportare questo dolore. Ho sbagliato. Ti amo, Alessandro. Ti amo anch'io, Laura.
EXIT ↦. Il soffitto della 9D. Pronto? Una luna rosso sangue, raffigurata in maniera raffazzonata. Perché sono ancora qui? Acidità di stomaco, una sensazione di amarezza. Fidati di me Alessandro. La zip di una borsa. Volume della TV a 17. Forse sono pronto a lasciare questa stanza. Raccogliere dei resti. Andrà tutto bene? Segnali dal futuro. È stato ritrovato morto Ugo, l'ultimo gufo bianco della colonia. L'acqua nelle orecchie. Fidati. Era un sogno? Le ricordiamo che deve lasciare la stanza entro le 17. È vero, capita. Di colpo le mani mi fanno male. Com'è andato il soggiorno? Sono pronto ad uscire da qui. Lasci una recensione se vuole. Non so come andrà. Il solco di due corpi su questo letto fradicio. Fidati di me. Buon proseguimento. Dove la porto? Non so se andrà tutto bene. Era realtà? Tenga il resto. Prego, l'uscita è lì. Fidati di me Alessandro. Grazie di tutto.
È davvero una bella giornata.
4 notes
·
View notes
Text
Cose degli ultimi 5 giorni:
- Quei dieci minuti in cui la febbre è stata così alta che mi è sembrato di non essere più al mondo, bensì all’interno di una bolla trascendentale in cui c’ero solo io e avevo intorno finalmente la pace
- Gli istanti in cui ho realizzato di essere guarita
- Il double cheeseburger con patatine di Chuck’s
- Roma-Siviglia in tv, stasera, con papà
- “Capire il perché delle emozioni che provi non è il primo passo, ma una scelta consapevole; riconoscerle, accettarle e non etichettarle come sbagliate o eccessive è il primo passo. Tu sai chi (anche solo il suo nome mi ferisce troppo al momento) te le ha fatte percepire ingombranti, fuori luogo, troppe in tutti i sensi, inutili, insignificanti, come se non dovessi ascoltarle, perché la voce della verità, quella da ascoltare, era la sua”
- Avrei voluto rispondere “Dentro di me lo è ancora”
- 444 alle 4:44
- Le domande anonime
- Ronci (e la sua sulla Fiorentina)
- “Se n’è andato non perché è felice, o magari sì, chi lo sa; se n’è andato, magari, perché vuole negare a sé stesso e agli altri nella sua realtà ciò che è successo, o perché vuole scappare; la depressione non è solo non riuscire ad alzarsi dal letto, a volte è non fermarsi mai, cercando di riempire un vuoto (anche temporale) a tutti i costi.”
- “Forse tu, fermandoti, stai facendo molto più di quanto pensi”
- “Una persona che è andata avanti non ti tempesta di email”
- Avrei voluto rispondere: “Lui non mi tempesta, nella mia testa mi abbandona, ogni giorno, e torna ogni tanto a osservare da lontano il gran bel lavoro che è riuscito a fare e di cui va fiero, distruggermi, mentre io piango e lo aspetto ancora. La piccola Aurora che ho dentro si dispera ogni istante da quasi tre mesi, è diventata incontrollabile, imprevedibile, come quando mamma e papà si sono lasciati e mi hanno lasciata sola”
- La pizza con Elena, Marco, Claudio, Fra e Aspe
- Gli avanti di prosciutto a Dylan
- Mangiavo ma non ne ne fregava niente del cibo, solo di stare in compagnia
- “È violenza, e siamo tutti d’accordo. Quello che è successo è gravissimo” scandito lentamente
- Le mie emozioni sono tutte valide
- La visita alla scuola di pasticceria, quell’istante che mi porterò dentro per sempre: lo chef dietro a quel vetro che cucina con calma, pazienza, naturalezza e sicurezza, la tecnica intrinseca nei suoi movimenti, la maestria che ho sempre invidiato e che qualcuno, molto tempo fa, mi ha detto all’orecchio che non sarei mai stata in grado di avere. Quel cuore spezzato da mia madre che mi ha fermato in tutto nella vita. Non essere abbastanza, mai, non essere all’altezza, pensare di non arrivare mai da nessuna parte. Vi prego, vi prego, questa volta datemi il coraggio e la forza di poterci arrivare da sola
- 2 e 3 errori al mio primo facsimile di patente
- Essere riusciti ad uscire dall’escape room più complicata, averla fatta con i miei amici
- “Pilota numero 1 e 2”
- Cercare di stamparmi in testa che stare nel mondo con le persone non è così pauroso…
- …e che l’ansia va bene, voglio ascoltarla, voglio capire cos’ha da dirmi, e così il dolore, anche su un tram in centro a Milano, ma non voglio più che mi fermino dal vivere finalmente questa vita
- Le persone non sono nemiche. Voglio diventare curiosa di conoscerle e sincera nel farmi scoprire
- Cerco la mia strada senza sosta, mi cerco e mi ritrovo dentro me. Mi distruggo, mi ricostruisco, mi riconosco, piano piano e senza alcuna fretta
0 notes
Text
💔 "Carissimi,
Se state leggendo questo scritto allora non sono più tra il mondo dei vivi. Per lo meno non nel mondo dei vivi per come lo conosciamo. Scrivo questa lettera perché se c’è una cosa che mi ha sempre angosciato sono i funerali. Non che ci fosse qualcosa di male, nei funerali, dare l’ultimo saluto ai propri cari è una tra le cose più umane e più poetiche in assoluto. Tuttavia, ogni volta che pensavo a come sarebbe stato il mio funerale, ci sono sempre state due cose che non sopportavo: il non poter esserci e dire le ultime cose, e il fatto di non poter consolare chi mi è caro. Oltre al fatto di non poter parteciparvi, ma questo è un altro discorso…
E perciò, ecco che ho deciso di scrivere le mie ultime parole, e ringrazio chiunque le stia leggendo. Non voglio lasciarvi altro che quello che ho vissuto, e visto che si tratta dell’ultima volta che ho la possibilità di dire la mia, dirò solo l’essenziale senza cose superflue o altro….
Voglio che sappiate innanzitutto che ho vissuto la mia vita felicemente, senza eccezioni, e l’ho vissuta da semplice uomo, con i momenti di gioia e i momenti difficili, con la voglia di fare bene, riuscendoci a volte e a volte fallendo miseramente. Fin da bambino, come ben sapete, la Progeria ha segnato profondamente la mia vita, sebbene non fosse che una parte piccolissima di quello che sono, non posso negare che ha influenzato molto la mia vita quotidiana e, non ultime, le mie scelte. Non so il perché e il come me ne andrò da questo mondo, sicuramente in molti diranno che ho perso la mia battaglia contro la malattia. Non ascoltate! Non c’è mai stata nessuna battaglia da combattere, c’è solo stata una vita da abbracciare per com’era, con le sue difficoltà, ma pur sempre splendida, pur sempre fantastica, né premio, né condanna, semplicemente un dono che mi è stato dato da Dio.
Ho cercato di vivere più pienamente possibile, tuttavia ho fatto i miei sbagli, come ogni persona, come ogni peccatore. Sognavo di diventare una persona di cui si parlasse nei libri di scuola, una persona che fosse degna di essere ricordata ai posteri, una persona che, come i grandi del passato, quando la si nomina, lo si fa con reverenza. Non nego che, sebbene la mia intenzione era di essere un grande della storia per avere fatto del bene, una parte di questo desiderio era anche dovuto ad egoismo. L’egoismo di chi semplicemente vuole sentirsi di più degli altri. Ho lottato con ogni mia forza questo malsano desiderio, sapendo bene che Dio non ama chi fa le cose per sé, ma nonostante ciò non sempre ci sono riuscito. Mi rendo conto ora, mentre scrivo questa lettera, immaginando come sarà il mio ultimo momento nella Terra, che è il più stupido desiderio che si possa avere. La gloria personale, la grandezza, la fama, altro non sono che una cosa passeggera. L’amore che si crea nella vita invece è eterno, poiché Dio solo è eterno, e l’amore ci viene da Dio. Se c’è una cosa di cui non mi sono mai pentito, è quello di avere amato tante persone nella mia vita, e tanto. Eppur troppo poco. Chi mi conosce sa bene che non sono un tipo a cui piaccia dare consigli, ma questa è la mia ultima occasione… perciò ve ne prego amici miei, amate chi vi sta intorno, non dimenticatevi che i nostri compagni di viaggio non sono mai il mezzo ma la fine. Il mondo è buono se sappiamo dove guardare!
In molte cose, come vi ho già detto, sbagliavo! Per buona parte della mia vita ho pensato che non ci fossero eventi totalmente positivi o totalmente negativi, che dipendesse da noi vederne i lati belli o i lati oscuri.
Certo, è una buona filosofia di vita, ma non è tutto! Un evento può essere negativo ed esserlo totalmente! Quello che spetta a noi non è nel trovarci qualcosa di positivo, quanto piuttosto di agire sulla retta via, sopportando, e, per amore degli altri, trasformare un evento negativo in uno positivo. Non si tratta di trovare i lati positivi quanto piuttosto di crearli, ed è questo a mio parare, la facoltà più importante che ci è stata data da Dio, la facoltà che più di tutti ci rende umani.
Voglio farvi sapere che voglio bene a tutti voi, e che è stato un piacere compiere la strada della mia vita al vostro fianco. Non vi dirò di non essere tristi, ma non siatelo troppo. Come ad ogni morte, ci sarà qualcuno tra i miei cari che piangerà per me, qualcuno che rimarrà incredulo, qualcuno che invece, magari senza sapere perché, avrà voglia di andare fuori con gli amici, stare insieme, ridere e scherzare, come se nulla fosse successo. Voglio esservi accanto in questo, e farvi sapere che è normale. Per chi piangerà, sappiate che è normale essere tristi. Per chi vorrà fare festa, sappiate che è normale far festa. Piangete e festeggiate, fatelo anche in onore mio.
Se vorrete ricordarmi invece, non sprecate troppo tempo in rituali vari, pregate, certo, ma prendete anche dei bicchieri, brindate alla mia e alla vostra salute, e siate allegri. Ho sempre amato stare in compagnia, e perciò è così che vorrei essere ricordato.
Probabilmente però ci vorrà del tempo, e se voglio veramente consolare e partire da questo mondo in modo da non farvi stare male, non posso semplicemente dirvi che il tempo curerà ogni ferita. Anche perché non è vero. Perciò vi voglio parlare schiettamente del passo che io ho già compiuto e che tutti devono prima o poi compiere: la morte.
Anche a solo dirne il nome, a vote, la pelle rabbrividisce. Eppure è una cosa naturale, la cosa più naturale al mondo. Se vogliamo usare un paradosso la morte è la cosa più naturale della vita. Eppure ci fa paura! È normale, non c’è niente di male, anche Gesù ha avuto paura.
È la paura dell’ignoto, perché non possiamo dire di averne avuto esperienza in passato. Pensiamo però alla morte in modo positivo: se lei non ci fosse probabilmente non concluderemo niente nella nostra vita, perché tanto, c’è sempre un domani. La morte invece ci fa sapere che non c’è sempre un domani, che se vogliamo fare qualcosa, il momento giusto è “ora”!
Per un Cristiano però la morte è anche altro! Da quando Gesù è morto sulla croce, come sacrificio per tutti i nostri peccati, la morte è l’unico modo per vivere realmente, è l’unico modo per tornare finalmente alla casa del Padre, è l’unico modo per vedere finalmente il Suo Volto.
E da Cristiano ho affrontato la morte. Non volevo morire, non ero pronto per morire, ma ero preparato.
L’unica cosa che mi dà malinconia è non poter esserci per vedere il mondo che cambia e che va avanti. Per il resto però, spero di essere stato in grado, nell’ultimo mio momento, di veder la morte come la vedeva San Francesco, le cui parole mi hanno accompagnato tutta la vita. Spero di essere riuscito anch’io ad accogliere la morte come “Sorella Morte”, dalla quale nessun vivente può scappare.
Se in vita sono stato degno, se avrò portato la mia croce così come mi era stato chiesto di fare, ora sono dal Creatore. Ora sono dal Dio mio, dal Dio dei miei padri, nella sua Casa indistruttibile.
Lui, il nostro Dio, l’unico vero Dio, è la causa prima e il fine di ogni cosa. Davanti alla morte nulla ha più senso se non lui. Perciò, sebbene non c’è bisogno di dirlo, poiché Lui sa tutto, come ho ringraziato voi voglio ringraziare anche Lui. Devo tutta la mia vita a Dio, ogni cosa bella. La Fede mi ha accompagnato e non sarei quello che sono senza la mia Fede. Lui ha cambiato la mia vita, l’ha raccolta, ne ha fatto qualcosa di straordinario, e lo ha fatto nella semplicità della mia vita quotidiana.
Non stancatevi mai, fratelli miei, di servire Dio e di comportarvi secondo i suoi comandamenti, poiché nulla ha senso senza di Lui e perché ogni nostra azione verrà giudicata e decreterà chi continuerà a vivere in eterno e chi invece dovrà morire. Non sono certo stato il più buono dei cristiani, sono stato anzi certamente un peccatore, ma ormai poco conta: quello che conta è che ho provato a fare del mio meglio e lo rifarei.
Non stancatevi mai, fratelli miei, di portare la croce che Dio ha assegnato ad ognuno, e non abbiate paura di farvi aiutare nel portarla, come Gesù è stato aiutato da Giuseppe di Arimatea. E non rinunciate mai ad un rapporto pieno e confidenziale con Dio, accettate di buon grado la Sua Volontà, poiché è nostro dovere, ma non siate nemmeno passivi, e fate sentire forte la vostra voce, fate conoscere a Dio la vostra volontà, così come fece Giacobbe, che per il suo essersi dimostrato forte fu chiamato Israele: Colui che lotta con Dio.
Di sicuro, Dio, che è madre e padre, che nella persona di Gesù ha provato ogni umana debolezza, e che nello Spirito Santo vive sempre in noi, che siamo il suo Tempio, apprezzerà i vostri sforzi e li terrà nel Suo Cuore.
Ora vi lascio, come vi ho detto non amo i funerali quando diventano troppo lunghi, e io breve non sono stato. Sappiate che non potrei mai immaginare la mia vita senza di voi, e se mi fosse data la possibilità di scegliere, avrei scelto ancora di crescere al vostro fianco. Sono contento che domani il Sole spunterà ancora….
Famiglia mia, fratelli miei e amore mio, Vi sono vicino e se mi è concesso, veglierò su di voi,
Vi voglio bene, Sammy
PS: State tranquilli, tutto questo è solo sonno arretrato... ".
0 notes
Text
come faccio a far capire a mio fratello che deve svegliarsi un pochino e smettere di essere così fesso???
praticamente lui tempo fa ha comprato la play4 e nel corso degli anni fra lui e me l'abbiamo sempre usata quindi fra giochi fisici e giochi direttamente comprati dallo shop è bella garna, no?
adesso bello e buono siccome ci hanno regalato la 5 vuole praticamente regala nostra play con tutti i giochi annessi alla morosa.
onestamente, sarà che sono della vergine e quel cazzo che vi pare, ma morosa o meno non mi sembra minimamente giusto che lei si prenda la play completamente a gratis compromettendo tutte le nostre partite e di conseguenza giocando con tutti i nostri giochi senza letteralmente averci messo nulla. okay essere fidanzati e tutto, va bene la condivisione, ma vieni a casa nostra e ci giochi quando puoi non esiste che chissà per quanto ti tieni tutto il pacchetto completo così solo perché scopi con mio fratello, sarò una bambina egoista ma non mi sembra per niente giusto.
ci sono comunque anni di progressi e scazzi nostri li dentro, e soprattutto -e ribadisco- soldi che non sono usciti dalle sue tasche ma dalle nostre, poi oh mi dicessi che sei una gamer e sai tenere in mano un controllar ti dire "mh è lo stesso no, ma avrebbe senso" MA NON HAI LA MINIMA IDEA DI COME SI GIOCA, raga ha provato a giocare a stray, STRAY MANCO TU DICO PERSONA 5 O DRAGON QUEST CHE TI CI DEVI APPLICARE EH, e al primissimo inseguimento s'è messa a piangere perché il gattino se perdi muore, ma allora per cosa vuoi la play se non sai reggere manco un gioco così basilare? per fare la weebo? grazie ma no grazie, comprato cooking mama e via che va senza rompere tanto il cazzo.
ripeto, sarò una bambina egoista ma le console sono l'unica cosa che non condivido volentieri. l'ultima volta che il mio migliore amico è venuto a trovarmi da Roma senza dirmi niente s'è fatto un suo account sulla mia switch, ho snappato di brutto e l'ho eliminato. sono le uniche cose che compro per me e voglio tenere per me non mi sembra di chiedere tanto, bho.
(vi prego datemi ragione)
6 notes
·
View notes
Text
Ieri è venuta in palestra la ragazzina (che ho scoperto essere del 2002, sigh) che 2 anni fa si è messa ad urlare (quasi) in sala che avevo un culo pazzesco (cit) mettendomi addosso un disagio esagerato. E che fa? Ieri si è messa a RICORDARE L'EPISODIO e quindi imbarazzo TRIPLICATO (io come sempre peperone in faccia). Ok che i complimenti da donne sono i più sinceri, ma a bassa voce senza che tutti vi sentano no??
Comunque sia palestramente parlando è un periodo strano. Sto in ipocalorica ma non perdo nulla, dall'altra parte è troppo tempo che sto in ipocalorica (con pausa in Sardegna e inizio Settembre) e quindi potrei star facendo una cazzata a continuare perché in effetti è ormai 1 anno (ca**o) e mi sento che il corpo mi dice basta voglio magnare (e infatti nei weekend mi sfondo un poco troppo). Il fatto è che da Settembre ho ripreso 3kg che non possono essere né muscolo né grasso però mi stanno sul cazzo perché per la prima volta questa estate ero andata sotto la mia solita soglia di peso e ora il mio cervello insiste di voler tornare a quel bellissimo peso e ho paura sia una fissazione da anoressica perché in fondo il peso è un numero e dovrei concentrarmi di più su come mi vedo. E non mi vedo male per carità però ho paura che se lascio perdere l'ipocalorica ricapita come sempre che non so gestire la reverse diet e ritorno ai +5kg di prima e se succede sinceramente mi arrabbio con me stessa perché per una volta avevo fatto una ipocalorica lenta fatta bene. Però di nuovo perché sti +3kg?? Mi sto scervellando un sacco, Cristo. Spero che questo ultimo mese prima delle feste mi faccia capire che non sto bloccata e che posso perdere ancora peso, soltanto ancora per un po' poi ti giuro corpicino che ti do tutto il cibo di cui necessiti, però ti prego non mi far scervellare come tuo solito, ritorniamo al peso di Agosto e siamo tutti e due contenti.
2年前、ジムに大きい声で高校生の女の子から「お尻がすごいねー!」と言われて、誇りを感じるかえって、凄く恥ずかしかった。昨日、同じ女の子はいつも大声でそのエピソードを思い出して、3倍に恥ずかしくなった。そんなことを言われないでー。褒め言葉から生まれる気持ちを管理できないから��よ。
#monologo#palestra#gym life#parlo da sola#sono cose che dovevo scrivermi da qualche parte#pensieri diurni#me#no sugar daddy pls#ジム#今日の私#恥#褒め言葉#ボディビル#思考#日本語#non ci fate caso#vabbè impossibile però ok
51 notes
·
View notes
Text
SQUILLA IL TELEFONO
- Pronto?
- Si buongiorno sono Veronica e la chiamo dalla Agganauei Interprise S.p.A. Ltd Wtf
- Cosa desidera?
- Ci risulta da delle sue ricerche su internet che si è interessato di investimenti immobiliari.
- Vi risulta? Come fate a farvelo risultare?
- Ci risulta perché risalta nella sua cronologia.
- Mi scusi...
- Prego dica...
- Ma se risalta allora lei avrebbe dovuto dire "ci risalta dalla sua cronologia". Non le pare?
- Si, se le fa piacere userò questo termine ci risalta dalla sua cronologia.
- Bene, aspetti che controllo allora perché sono giusto davanti al computer.
- Mi scusi, cosa controlla?
- La mia cronologia, voglio comprendere quali investimenti immobiliari io abbia cercato.
- No guardi, quelli che ha cercato a me...
- PornHub
- ...non interessano, perché...
- PornTube
- ...le devo proporre quello che abbiamo noi...
- Cognate bagnate.
- ...nel nostro portafoglio...
- Porno casalingue.
- ...di clienti selez...
- Poppe al vento.
- ...mi scusi, ma che sta dicendo?
- Sto leggendo la mia cronologia.
- Quindi?
- Quindi a meno che lei non mi voglia proporre sex toys come "Ulla la bambola che ti trastulla", io investimenti immobiliari mica li ho cercati sa?
- Sicuro?
- Sicurissimo, sto guardando la cronologia di un'intera settimana appena trascorsa.
- Ma lei guarda solo siti porno, mi scusi.
- No, cerco anche di imparare molte cose.
- Meno male, mi stavo preoccupando di aver chiamato un maniaco sessuale.
- Ma no, si impara di tutto sul web dalle cose semplici a quelle più complesse. Per esempio lo sa che il leone ruggisce, la mucca muggisce e la pecora nitrisce?
- No guardi, semmai la pecora bela.
- Se avesse dietro un cavallo le assicuro che nitrisce.
- Senta signore, io devo fare il mio lavoro e parlarle della Agganauei Interprise S.p.A. Ltd Wtf LoL per quanta riguarda gli investimenti immobiliari.
- Anche LoL? prima non l'aveva detto.
- Cambia qualcosa?
- No tranquilla.
- Lei è molto attento.
- Insomma, abbastanza.
- Le faccio una proposta.
- Mi dica.
- Appartamenti.
- Dove?
- Roma?
- Ai romani.- Anzio?
- Agli anziani.
- Lecco?
- Chi mi piace.
- Asti?
- Cazz1!
- Chieti?
- E ti sarà tato.
- Ha finito.
- Mi sto divertendo.
- Io non mollo.
- Manco io.
- Sono una con gli attributi sa?
- Io cerco una con i contributi.
- Per stare inpsieme?
- Aaah, vede che anche lei è spiritosa?
- Mi sta facendo una dichiarazione?
- Si, dei redditi.
- Guardi, sono molto agguerrita. L'avverto, questa mattina mi è scappato un pensiero a voce alta davanti allo specchio nel bagno. Non le dico il litigio con me stessa che n'è scaturito.
- Lei ha trovato pane per i suoi denti, sono uno dalla querela facile. Il mio avvocato è sempre sotto pressione con me.
- Civilista o penalista?
- Da quando sono suo cliente è alcolista.
- Un uomo tosto.
- No, sordo. Uso un amplificatore per l'udito.
- Davvero?
- Si, una volta in aereo lo spensi. Vidi una persona davanti a me che stava urlando e mi misi a urlare anche io, pensavo che stessimo precipitando.
- Com'è andata a finire?
- Niente, stava solo sbadigliando. Però l'ho denunciato per tentato terrore.
- Una domanda, visto che lei impara tanto dal web. Vedo che spesso mi rispondono sui social mettendo come firma - cit. Ma chi è cit? Un poeta? Uno scrittore?
- Ma no tranquilla, finché si tratta di -cit. va tutto bene, io mi preoccuperei se le scrivessero qualcosa citando -Rip.
- Ok, visto che siamo in vena di confessioni le dico in confidenza che io sono una donna molto temeraria.
- Ah si? Tipo? Cosa ha fatto di temerario?
- Si tenga forte, so mettermi il mascara senza aprire la bocca davanti allo specchio.
- Urca, tosta questa cosa. Io so far cadere le fette biscottate imburrate con la marmellata sul lato farcito. Oh, non sbaglio un colpo.
- Cavoli, lei si che è macho. Qual è il suo cantante preferito?
- Vasco Rossi.- Piace anche a me, mi canta un ritornello della canzone che preferisce?
- Certo: "Tu e assoreta dentro la stanza, e chittemurto fuoriiiii".- Qual è il suo cognome?
- Fumo, il suo?
- Erba.
- Di cosa ha più paura?
- Del "ti devo parlare” detto da una donna.
- Lei?
- "La sua taglia è finita"
- Terribile.
- Si, allora posso parlarle di investimenti?
- Mio zio ha avuto una brutta esperienza con un investimento.- Investimento sbagliato?
- No giusto, lo centrarono in pieno. Sbam! Finì al pronto soccorso.
- Mi è simpatico. Posso farle una domanda intima?
- Certo Veronika.
- Veronica, con la "c" e non la "k".
- Ah, mi scusi. Ma come ha fatto a capirlo?
- Ma questo è un dialogo scritto da un minchione, non lo sta leggendo?
- Ah si, vero. Mi faccia la domanda intima.
- Cosa non le piace dopo aver fatto sesso?
- Dover sgonfiarla e riporla in un cassetto.
- Capisco.
- Lei invece quale posizione preferisce per fare all'amore?
- Mmmmh, credo quella seduta su una sedia.
- E lui?
- Lui chi?
- No niente.
- Ora che facciamo?
- Vuole fare investimenti immobiliari con la Agganauei Interprise S.p.A. Ltd Wtf LoL Milf?
- No, mi dispiace. Le creerà un problema?
- Dovrò riferire questa cosa a chi sta sopra di me, ma ci sono abituata.
- Come si chiama chi sta sopra di lei?
- Testicoli.
- Il signor Testicoli?!
- No, sono due.
- Due Testicoli?
- Si, sono fratelli.
- Tutto torna. Magari il capo di voi tutti e il signor Cappella.
- Lo conosce?
- Lasci perdere.
- Lasciamo perdere. La saluto.
- Grazie buona continuazione.
- A lei.
15 notes
·
View notes
Text
Commovente storia dalla Sicilia ❤️
Stamattina ho portato Laika al funerale del suo amato proprietario .
La chiesa era gremita di gente, c'era tutto il quartiere a dare l' ultimo saluto al sig Alvaro , un uomo voluto bene da tutti , e che ho avuto l' onore di conoscere per un solo giorno , questo martedi , quando taggata in suo post , leggo il suo appello disperato :
" Vi prego, sono in ospedale e sto per morire , mia moglie ha la 104 , qualcuno si prenda cura della mia cagnolina , non voglio che finisca in canile , mi rimane poco tempo da vivere , per favore ...le associazioni e gli animalisti mi hanno deluso , alcuni mi hanno pure trattato male....aiutatemi "
Prendo subito il numero e lo chiamo , regalandogli una gioia infinita , che mi gratifica di parole bellissime , che mai , mai , potro' dimenticare ... un uomo speciale .
L' indomani gli faccio vedere Laika in video chiamata , felicissimo , e gli dico che lo richiamo l' indomani , ma lui non risponde piu' , e la figlia dopo qualche ora mi scrive che si e' aggravato improvvisamente , e dopo un po' mi riscrive che e' volato via in cielo .
Ero arrivata giusto in tempo per regalargli un sorriso , perche' il futuro della sua Laika era un pensiero fisso per lui , che non gli dava pace .
In chiesa era appena iniziata la funzione , e sapendo che normalmente i preti i cani non li fanno entrare , io e la mia delegata LAI con Laika al guinzaglio , restiamo sulla soglia del portone , seguendo la messa da li .
Il prete inizia l' omelia per ricordare il sig Alvaro , suo parrocchiano , ma con mio grande stupore , inizia a dire al microfono : Vedo che c' e' anche la cagnolina del sig Alvaro , venga signora , venga qui accanto a me ..."
Stupita , gli rispondo : Laika puo' entrare ? "
" Laika non puo' entrare , lei deve entrare , la porti qui , venga ..."
Attraverso la corsia centrale della chiesa per raggiungerlo , la conoscevano tutti , e quando Laika si e' fermata davanti la bara del suo padroncino , le persone piangevano a dirotto commosse ...
" Gli animali sono creature di Dio , hanno sentimenti , amore , perche' mai dovrei lasciare fuori dalla chiesa un cane e fare entrare un uomo , sono forme di vita diverse , che cambia ? " Continua Padre Marco....
Sono sempre piu' stupita , e lo ascolto con gli occhi sbarrati .
" Imparate che non esiste diversita' nelle forme di amore , e godete della bellezza, perche' la bellezza puo' venire anche in momenti drammatici , come questo , scegliete di vedere le cose belle , e sorridete , non fatevi mai rubare il sorriso dal diavolo, nel culto errato della disperazione ...scegliete il sorriso , prendete cio' che e' bello , perche' nella vita questo bisogna saper fare ... "
Finisce la funzione , e Laika viene attorniata da tantissima gente , che viene ad accarezzarla, e fa le feste a tutte quelle persone che ogni giorno a spasso per il quartiere con il suo padrone vedeva da anni.
Poi si avvicina alla bara mettendo le zampe sopra ed annusa , si ferma a guardare la moglie del sig Alvaro , ha capito , e si dirige verso di lei , che la riempie di coccole .
Nel frattempo gli impresari delle pompe funebri hanno posizionato il feretro in un angolo della chiesa , e prima di sigillarlo chiedono ai presenti se vogliono che lo aprano l' ultima volta .
Laika sta uscendo con Palmira , ma appena vede la bara aperta si avvicina , e si mette con le zampe dentro.
La gente e' allibita , e tra le lacrime di commozione decido di scattare una fotografia .
Le emozioni sembrano finite , e mi rilasso finalmente , ma anche dopo che chiudono la bara e la infilano in macchina, Palmira si avvicina e deve tenere Laika , che vuole entrare dentro .
Entro in chiesa , a cercare Padre Marco , devo fare i complimenti a questo grande sacerdote , e mi piacerebbe che glieli faceste anche voi da tutta Italia , perche' come gli ho detto , io un prete cosi non l' ho mai visto .
Il numero di tel della Chiesa Parrocchiale San Metodio Siracusa lo trovate su google , Padre Marco Tarascio , oppure scrivetegli , ho visto che e' su fb , la sua Chiesetta di periferia e' davvero un raro fiore nel deserto ....
I parrocchiani mi hanno riferito che e' un grande uomo , ed oltre ad amare tanto gli animali , aiuta un sacco di gente bisognosa , toglie i ragazzi da brutte strade , un vero ministro di Dio, che alle mie parole di encomio risponde sorridendomi , e ringraziandomi di cuore .
Un prete che dopo trent' anni e' riuscito a farmi di nuovo inginocchiare davanti un altare .
Tra un inaspettato applauso scrosciante di tutti i presenti vado via con Laika , salutando emozionata tutte quelle persone meravigliose che battevano le mani .
Un mondo cosi lo avevo sempre sognato ... ora so che esiste .
Sia lodato chi oltre a predicarlo , agisce secondo il Verbo Divino ... perche' nelle sue azioni la Luce di Cristo si manifesta in tutta la sua grandezza , ed il suo splendore ...
Ilaria Fagotto 🙏❤️
Fonte fb❤
22 notes
·
View notes
Video
tumblr
I topi non trasmettono il coronavirus, semmai la Yersinia pestis... anzi, no... i ratti trasmettono la Yersinia pestis... anzi, no... sono le pulci dei ratti che trasmettono la Yersinia pestis.
Il topolino del video ha deluso Darwin col suo misero tentativo di adattarsi a ravanare nel bidone del pane delle mie galline ma siccome Darwin m’avrebbe anche rotto i coglioni da quanto viene citato a sproposito, l’ho liberato affinché preservi e trasmetta alla prole il proprio pool genetico di ladro incapace. Vaya con dios, Mickey e fanculo, Charlie.
Comunque se fosse stato un ratto avrei fatto la stessa cosa e infatti la stessa cosa l’ho fatta più volte... non aiuto solamente gli esseri viventi carini e simpatici, sennò il 95% dei miei pazienti sarebbe già morta malamente.
PENSIERI SPARSI
Non siete brutte persone o individui peggiori di me se non donate il sangue o se ammazzate i topi che mangiano il pane delle vostre galline... però vi farei volentieri dono di un’oncia della mia serenità e della mia gioia nel sapere di avere fatto qualcosa di buono per qualcun altro, anche senza che questo qualcun’altro ringrazi o vi dia qualcosa in cambio. Il topolino, per esempio, m’ha guardato tipo CHE CAZZO ROVESCI IL BIDONE CON TUTTO IL PANE CHE MI TRAVOLGE?! ma la sensazione è lo stesso meravigliosa... fidatevi, casomai non vi fosse mai capitato di aiutare qualcuno che non foste voi stessi.
Il mondo non è un paradiso ma il mondo non è nemmeno un inferno. Il mondo è un giardino rigoglioso pieno di fichi d’india e se non avete la minima idea di cosa siano e di come si mangino, fidatevi ancora una volta se vi dico di affrontare la passeggiata in questo giardino con calma e riflessività, godendo di ogni gesto che fate nell’allungare la mano a coglierne i frutti e senza scalmanarvi ad agitare le braccia per trovare il più velocemente possibile un’uscita. Qualcuno - e non guardate verso di me - potrebbe dolorosamente dirvi che il frutto di un fico d’india va raccolto con delicatezza e sbucciato con pazienza, non strappato via e morso con buccia e tutto. E vi ripeto di non guardare verso di me.
Io sono ciò che sono in virtù di ciò che tutti siamo. Se voglio andare veloce viaggio da solo ma se voglio andare lontano viaggio in compagnia. Posso essere vivo e felice solo se lo sono anche gli altri. Nessuna persona mi ha mai deluso così tanto quanto il me stesso che riponeva speranza di certezza nel vento che gli vorticava attorno sul sentiero della vita.
Ieri ho letto questo sulla dash
e nonostante per tutto il giorno avessi creduto di essere riuscito a reggere il colpo, verso mezzanotte mi sono svegliato, sono sceso dai miei cani che dormivano beati e li ho abbracciati, piangendo disperato per mezz’ora di fila in un modo in cui non mi capitava di piangere da tanto tempo.
Ho pianto per mia suocera e per la mia compagna che non l’ha potuta nemmeno salutare un’ultima volta, ho pianto per il mio amico che aspetta con una promessa di vita in una mano e una sentenza di morte nell’altra, ho pianto per tutti quei bambini intrappolati urlanti dentro un corpo da adulti e per una solitudine che mi fa male anche solo a sfiorarla passando sull’altro marciapiede.
Per ognuno di quei mostri, un tempo bimbi speranzosi che hanno teso la mano verso qualcuno che non gliel’ha presa e poi quella mano si è abbassata, è stata infilata in tasca e si è chiusa, tremante, a pugno.
Non è stato quel fumetto a farmi piangere e nemmeno la paura di dover accettare che un giorno i miei cani non ci saranno più (lo so... se non ne avete fate bene a sorridere scuotendo la testa).
Ho pianto perché è faticoso essere senza lasciare nessuno indietro e ogni persona che sai di aver lasciato indietro - perché davvero non puoi salvare tutti - è un peso scuro che t’infragilisce l’anima. E per andare avanti di quel fardello ogni tanto te ne devi liberare, ben sapendo che presto si ripresenterà ad appesantirti dentro.
Uno dei miei primi ask su tumblr è stato quello di una ragazza che dopo aver letto un mio post in cui raccontavo di aver fatto volare un aquilone con le mie figlie, mi ha scritto che avrebbe voluto avere tanto un papà come me perché il suo gliene aveva comprato uno e poi non aveva mai trovato il tempo per giocarci con lei.
Ecco, vi prego... probabilmente non le vedete ma il mondo è pieno di persone con vecchi aquiloni polverosi in mano che vorrebbero tanto far volare insieme a qualcuno; siate per loro quei padri e quelle madri che a loro tempo non hanno saputo mantenere la promessa.
Questo post lo dedico a @uds... voi non sapete il perché ma io e lui sì.
698 notes
·
View notes
Text
Tortura divina
Marzia e Stefano ormai erano sposati da 5 anni , ed erano una coppia feticisticamente parlano perfetta , lei padrona assoluta , lui schiavo convinto . Si conobbero in una festa fetish , e da li non si separarono mai .
Marzia aveva 35 anni , fisico perfetto , alta 1,70 per 60 kg , era una maniaca della forma fisica , seni non grandissimi ma ben fatti , e tutto il suo corpo era tonico . Anche Stefano era un bel ragazzo , ma non era un patito della forma fisica , aveva 37 anni portati discretamente . Logicamente per un feticista del piede come lui , la parte che prediligeva della moglie erano appunto i piedi , misura 39 , sempre curatissimi , lo smalto sembrava naturale , non li aveva mai visti senza , tanti colori diversi , ma sempre presente , su quelle dita affusolate , non vi era la minima imperfezzione . Marzia amava farseli leccare e baciare , spesso non li lavava sapendo le preferenze del marito , che riusciva a raggiungere l'orgasmo solo annusandoli , e più l'odore era intenso e più aumentava il piacere . Da brava padrona era lei a dire a Stefano quando poteva venire , se per sbaglio anticipava i tempi , doveva sottostare ad una infinità di punizioni . L'unica cosa che Marzia teneva nascosto al marito era la sua infedeltà , amava andare con altri uomini , e non aveva mai avuto il coraggio di confessarlo , non sapeva quale reazione Stefano potesse avere . Non amava infliggere dolore , per lei la dominazione , consisteva nel rendere il suo uomo totalmente dipendente da lei , e completamente sottomesso ai suoi desideri e ordini . Più volte aveva desiderato dire al marito delle sue scappatelle , e più volte aveva sognato di vederlo soffrire per quello ma costretto ad accettare per soddisfare la sua padrona . Più andava avanti , e più quel desiderio diventava una necessità , pensava che era il massimo della dominazione , far accettare ad un marito il suo ruolo di schiavo cornuto , il tutto per il piacere della Divina , così si faceva chiamare da Stefano .
Quel week-end , decise di realizzare la sua fantasia , ed escogitò un piano diabolico , perverso , e molto malvaggio .
Venersì sera Stefano già era in piena eccitazione , sia lui che sua moglie avevano davanti due giorni tutti per loro , non lavoravano nessuno dei due .
Dopo cena fu Marzia a prendere l'iniziativa
< Spogliati e vai in camera , la tua Divina ha preparato una bella sorpresa.....>
Stefano come un cagnolino che riceve il suo biscottino corse in camera da letto , in pochi secondi era completamente nudo sul letto , in attesa della sua padrona .
I rumori dei tacchi anticipavano l'arrivo di Marzia , che entrò in camera con la sua eleganza , indossava un vestito nero attillato , che metteva in risalto tutte le sue grazie , ai piedi due scarpe color rosso fuoco , aperte sul davanti , smalto stessa tinta, tacco da 10 centimetri , che davano risalto alle sue caviglie esili ed erotiche . Stefano notò che la moglie teneva in mano due paia di manette , e delle calze , si mise subito in posizione , non era la prima volta che veniva da lei legato . E così fu , Marzia mise le manette ai polsi del marito , assicurandolo ai ferri della spagliera del letto in ottone , mentre le calze le legò alle caviglie ed ai pomelli agli estremi del letto . Stefano era nudo come un verme , con mani e piedi legati e divaricati , nella posizione dell'”uomo di Leonardo” . Era eccitato in attesa di ciò che la moglie aveva preparato per lui .
Marzia si avvicinò sensualmente e cominciò a passare le unghie delle sue mani su tutto il corpo del marito , provocandogli dei brivisi
< Il mio schiavo , legato come un verme , ora la Divina ti fa eccitare un pò.....>
le unghie passarono lungo tutte le braccia , poi sul petto , scese sulla pancia , saltò il pene che cominciava ad eregersi , graffiò entrambe le cosce , poi tornò su , passò le sue unghie laccate anch'esse di rosso su tutta l'asta , il pene ebbe un sussultò e lei prontamente lo schiaffeggiò
< Non ti ho ordinato di muoverlo , non farlo più....!!!>
Stefano lo trovò molto complicato , mentre l'unghia della moglie si conficcò delicatamente nel suo buco del pene , cercò di controllare gli spasmi istintivi
< Bravo così , non ti azzardare a muoverlo....>
poi Marzia ,si allontanò , prese una poltrona vicino al letto ,e la posizionò difronte al marito .
Lui già moriva dalla voglia di toccarsi , ma non poteva farlo , già non vedeva l'ora di essere liberato . Ma Marzia aveva in mente altri programmi .
Cominciò a spogliarsi lentamente , era una visione sublime , il vestitino cadde a terra , il suo intimo nero di pizzo era terribilmente eccitante , il reggiseno fece compagnia al vestito , il seno balzò fuori nella sua perfezione , i seni erano distanti uno dall'altro , e Stefano aveva sempre amato quello spazio sembrava perfetto per il suo pene , e poi quelle mammelle scure , sembrabano disegnate da Giotto , i capezzoli erano turgidi , segno della sua eccitazione .
Marzia si muoveva con estrema lentezza e malizia , era di quanto più sensuale una donna potesse rapresentare . Il perizoma lo tolse dando le spalle al marito , che alla vista di quel sedere tondo e sodo ebbe un altro sussulto del pene , ormai completamente eretto , quando la moglie si voltò potè solo ammirare la perfezione del disegno che i peli pubici creavano .
Si sfilò entrambe le scarpe , si avvicinò al marito e le posizionò vicino al suo viso , una a destra ed una a sinistra , Stefano fu subito invaso da un afrore estasiante , provava a leccarle , ma lei le aveva intenzionalmente messe ad una distanza da non farlgiele raggiungere . La tortura cominciava a prender vita , e Stefano cominciò a soffrire della situazione .
Marzia si sedette sulla poltroncina , divaricò le gambe , sollevandole un pò , con le mani si allargò le grandi labbra
< Ecco , puoi solo guardarla , ti piace vero??>
Stefano che fissava quella vagina umida cominciò ad implorare
< Oddio Divina , ti prego , scioglimi , fammela leccare , la renderò felice!!>
lei si passò un dito tra dal basso verso l'alto , accarezzandosi tutta la vagina
< Zitto , non mi servi per la mia felicità , io sto bene anche così.....>
poi alzò totalmente le gambe , piegando le ginocchia al petto , e mise in bella mostra le sue piante
< Guardami i piedi schiavo , li vorresti leccare vero ??>
Stefano
< Siii sii Divina , voglio leccarle la prego , sono stupende....>
più le guardava e più gli aumentava l'acquolina in bocca .
Marzia si cominciò a toccare le piante , passando i palmi sotto le piante
<mmmm....sono sudatissime , dovresti sentirle>
lui
< Sii voglio toccarle...>
poi avvicinò le mani al naso e inalando disse
< Puzzano molto , come piacciono al mio schiavo...!!>
lui
<la suplico divina , me li faccia almeno annusare....>
lei con sguardo austero e maligno
<no , oggi le annuso io guardami bene...>
afferrò una caviglia con entrambe e mani , portò il piede verso il suo viso , piegò il busto in avanti ,
spostò una mano sul dorso del piede e abbassando la testa cominciò ad annusarsi la pianta , per Stefano era una visione troppo eccitante , muoveva le mani cercando di strappare le manette , logicamente senza successo . Marzia guardava il marito mentre respirava la sua puzza , era molto intensa
< Ti piacerebbe sai , puzzano da morire , vuoi sapere anche il loro sapore???>
lui che moriva dalla voglia di masturbarsi
< Mi fai soffrire così....>
non si preoccupò di rispondere al marito , aprì la bocca e cominciò a succhiarsi l'alluce , poi tirò fuori la lingua e la passò lungo tutta la pianta , e mentre guardava Stefano se la cominciò a succhiare emettendo indecenti rumori
<sscsccsccsscccsccscs......>
Stefano stava impazzendo
< Basta ...ti prego>
lei per nulla impietosita continuò a succhiarsi la pianta , assumendo delle espressioni di godimento , si spostava per far vedere meglio al marito la sua lingua che leccava tutto il piede , poi disse
< Mmmmmm....hanno una sapore buonissimo , sai scarpe misto a sudore , ti farebbe sborrare solo leccandoli , ma non pui , ti piacerebbe vero??>
Stefano continuando a dimenarsi per provare a toccarsi disse
< Basta Marzia....sto soffrendo..>
Marzia con tono arrabbiato e dittatoriale disse
< Mi devi chiamare Divina , non ti azzardare più a sbagliare....>
lui remissivo
< Scusa Divina....ti prego liberami...>
lo sguardo di Marzia era diabolico
< Non ci penso , abbiamo solo iniziato....>
si alzò avvicinandosi ad un armadio , aprì un cassetto all'interno e quando si voltò stringeva in mano un fallo di gomma , era di circa 30 cm , Stefano non sapeva che la moglie ne possedesse uno
<ma quello cosè??Da quando cell'hai??>
era solo una delle tante cose che lui non sapeva e che lentamente avrebbe conosciuto , questo fu il pensiero di Marzia che tranquillamente rispose
< L'ho sempre avuto , che pensi che il tuo mi basti??E poi quando sto sola e mi prende voglia non sai quanto mi è utile , ma ora lo vedrai!!>
Stefano era incredulo , un misto si stupore e di eccitazione , non sapeva se provare un senso di gelosia oppure un senso di inettitudine , del resto aveva sempre creduto che soddisfacesse la moglie in pieno , ma evidentemente non era così .
Marzia si risedette sulla poltrona e divaricò indecentemente le gambe , adagiandosi sullo schienale , si leccò una mano e poi la passò lungo tutta la fica , fissando il marito piena di voglia . Cominciò a passare il fallo di gomma stra le sue grandi labbra , poi lentamente lo cominciò ad inserire , prima la cappella , poi lentamente tutta l'asta
<aaaaaaassssssss....questo si che è un cazzoooo....aaaaaa.....>
se lo cominciò a stantuffare all'interno , lentamente ed in profondità guardando fissa il marito , che la osservava incredulo , ma ormai eccitato
< Divina , mi eccita vederti masturbare con quel fallo , ma vorrei essere io al suo posto>
Marzia nel pieno del piacere non ebbe pietà
<aaaaass.s.s.ss.sSSSSS.....non mi servee il tuoo cazzetto....ora voglio questoooo..>
Stefano era normodotato , ma sentirsi dire cazzetto stranamente lo eccitava ancor di più .
La vagina di Marzia strabordava di umori , il fallo era fracico , e Stefano vedeva dei rigagnoli scendere fino alla poltrona .
D'improvviso Marzia tolse il fallo dalla fica e disse
< Basta....mi devo conservare , non voglio godere...>
Stefano era contento , pensò che era giunto il suo momento , perchè la vide alzarsi ed avvicinarsi a lui , ancora col fallo in mano .
Marzia si sedette sul letto , al fianco del marito , adagiando i suoi piedi vicino all'ascella di lui , col fallo bagnato cominciò ad accarezzare l'asta di Stefano , che fu attraversato da brividi di piacere , poi alzò una gamba e strofinò la sua pianta sul naso di lui , pigiandola con forza
< Annusa. Ti piace vero??>
lui
<siii...che odore>
lei
< Il mio schiavo , la puzza della Divina diventa odore , bravo ....!!>
poi spinse il piede sulle labbra , che lui aprì subitò iniziando a dare delle piccole succhiate
< Sono buone divina....>
lei
< Lo so , leccale senti come sono aspre...>
mentre il suo alluce era risucchiato nella bocca del marito , con due dita afferrò il pene , lentamente lo scappellò , lo fece per tre volte , Stefano era già sul punto di venire , ma Marzia di fermò
< Non ci sperare , è ancora molto presto...>
lui
< Divina sto esplodendo....>
lei cominciò a succhiare il fallo di gomma , simulando un bocchino da film hard , visione che fece andare in disibilio Stefano
< Siii...leccami il mio Divina..>
lei
<non ci sperare, lo sto solo preparando per te....!!!>
nemmeno il tempo di capire a cosa si riferisse che il fallo fu inserito da Marzio nell'ano del marito , lo fece con molta forza e senza pietà , un urlo riempì la stanza
<aaaaaaaaaaaaaaaaa>
lei lo tenne fermo all'interno .
Attese che Stefano si placò
< Ora calmati schiavo , ora la divina ti fa il culetto....!!>
lui terrorizzato
<fermati...sei matta..mi fai malissimo..NOOOOOOo>
era come parlare ad un muro , lentamente Marzia cominciò a muovere il fallo roteandolo all'interno , poi ne estrasse una pezzo , e subito lo rimise dentro , cominciò a farlo ripetutamente
< Ecco ....come ci si sente ad essere una puttanella....>
ci volle un pò perchè il dolore divenne piacere , Stefano si vergognava quasi ad ammetterlo , ma quella sensazione gli piaceva
<aaaa.A..A......ODIDIOOO...DIVINAAAA....DIVINNAAAAA.....>
lei
< Ti piace vero.??Puoi dirmelo!!>
lui
< Siiii..sisiisi...Ma faii piannoooo...toccammi toccamiiiiiii>
lei sfiorò il pene del marito , illudendolo , poi si bloccò
< Ci speravi vero??Ma guardati , ti sto inculando e godi , sei propio una schiavo depravato ...>
poi infilò il fallo tutto dentro , e lo lasciò , e disse
< Bè ora la Divina ha da fare, devo uscire , a dopo>
il marito si ritrovava col pene eretto ed un fallo di gomma nell'ano , ed oltre all'eccitazione non soddisfatta ora lo assalì una curiosità morbosa
< Ma dove vai , che fai ...mi lasci così , ma sei eccitata lo so , lo vedo , dove vai ...Marzia>
mentre si stava rivestendo guardò il marito incenerendolo
< Scusa...scusa... Divina volevo dire Divina , dove vai??>
lei
< Ora non ti interessa , ma lo saprai , tranquillo , lo saprai ....>
ormai completamente vestita voltò le spalle e uscì dalla camera , Stefano sentì il rumore dei tacchi allontanarsi , poi la porta di casa si aprì per richiudersi . Era davvero uscita ?, stava solo giocando ?, sarebbe tornata a breve ? , erano le mille domande che frullavano per la testa di Stefano , che si ritrovava eccitato come non mai ,ma anche invaso da un senso di gelosia , che mai aveva provato prima .
Il rumore della porta svegliò Stefano , sentì il rumore dei tacchi avvicinarsi .
Marzia entrò in camera nella sua maestosità ,fissò il marito che disse
< Dove sei andata?? Che ore sono??>
la prima cosa che lei notò era il fallo di gomma sul letto , il marito era riuscito ad espellerlo contraendo l'ano
< Mi deludi schiavo , chi ti ha detto di toglierlo??>
lui
< Marzia ora basta dove sei andata??Che ore sono>
lei indispettita
<ancora Marzia , non ci siamo propio capito , per ora dove sono andata non ti interessa , e sono le 6 sono stanca, vado a riposare>
lui disperato
<divina....Divinaaaa!!Dove vai???Aspetta!!>
suppliche inutili , lei uscì ed andò a dormire nella stanza degli ospiti .
Verso le 11 Marzia tornò nella camera da letto , guardò il marito che stava dormendo , si sentiva completamente dominante , più andava avanti quella situazione e più la sua eccitazione aumentava .
Indossava un completo rosso , e le scarpe erano nere , sempre con tacco a spillo , l'inverso del giorno prima , si avvicinò al letto . Tolse le scarpe e si distese affianco al marito , nel verso opposto , col piede nudo , cominciò ad accarezzargli il viso . Non si era ancora lavata i piedi , l'afrore svegliò Stefano , che istintivamente annusò a pieni polmoni la fragranza erotica di quella splendita pianta
< Divina...dimmi dove sei andata??>
un sorriso malvagio si stampò sul volto della moglie che spinse il piede sulle labbra del marito
< Sccc...silenzio , lo saprai , non avere fretta , ora lecca , ne ho voglia>
Stefano cercò di reprimere la sua morbosa curiosità , aprì la bocca ed assaporò il piede della moglie , il sapore , come l'odore , era molto più intenso del giorno prima , il suo pene si rizzò all'istante
< Bravo il mio schiavo puliscili , ne hanno bisogno...!!>
quando la lingua di Stefano le passò tra le dita , un sapore dolciastro lo insospettì , nella sua bocca si insinuò un frammento gelatinoso , era piccolo , ma sufficiente per percepirlo , non riuscì a sputarlo , perchè Marzia premeva il suo piede sulle sue labbra , poi riuscì a dire
< Divana??ma cosa hai fatto??>
un dubbio atroce si fissò nella sua mente
< Perchè??Cosa hai sentito??>
lui quasi terrorizzato a dirlo
<divina , tra le dita hai un sapore strano , e mi sembra che c'è qualcosa di gelatinoso??dimmi che è una qualche tua crema???>
l'idea che suo marito avesse intuito cosa fosse la fece bagnare
< Non ho messo nessuna crema , dall'odore dovresti capirlo!!>
lui
< E allora cos'è??>
lei
< Il mio schiavo curioso !! Ci sei venuto sopra tante volte , ancora non sai riconoscere la sborra??>
Stefano sprofondò in uno stato di angoscia
< Ma io ieri non ci sono venuto , non me lo hai permesso....>
lo sguardo di Marzia era freddo e perverso
< Ho detto solo che è sborra , ma non che è la tua....!>
Stefano cominciò a sputare , approfittando di un attimo di libertà , subito Marzia gli chiuse le labbra col piede
< Che fai ??E sempre sui miei piedi divini , non ti permetto di sputare, non fare il bambino!!>
lui quasi in lacrime
< Ma che vuol dire ??Di chi è??Cosa hai fatto ieri sera???Ti sei impazzita>
Marzia si alzò e contrariata disse
< Da come reagisci ancora non sei pronto a sapere cosa ho fatto ieri sera , vado a fare una telefonata , tornerò>
lui alzando la voce
< Dove vai???Vieni qui?Cosa hai fatto con i miei piedi????>
mentre si incamminava fuori dalla stanza si voltò e corresse il marito
< Vorrai dire I MIEI PIEDI!!! Tu ne sei solo il loro schiavo , e quello che faccio per ora non ti deve interessare ....>
uscì lasciando Stefano nel pieno dello sconforto ,sentendosi totalmente impotente , per via anche della sua prigionia .
Dopo mezz'ora Marzia tornò in camera
< Oggi alle cinque ti toglierai un pò delle tue curiosità!!>
Stefano stava impazzendo
<che vuol dire??cosa succederà alle cinque??>
lei
< Abbi un pò di pazienza e vedrai!!>
senza aggiungere altro si cominciò a denudare , gli occhi del marito nonostante lo stato d'animo , furono rapiti dal suo corpo , non riusciva a contenere l'eccitazione .
Quando fu totalmente nuda salì sul letto , si mise in piedi , divaricò le gambe mettendosi sopra al marito , sembrava una gigantessa , con le mani aprì la sua vagina , che era all'altezza del ventre di Stefano , lui ammirava quel sesso perfetto ed eccitante .
Marzia si accarezzò lentamente il clitoride , e disse
< Lo schiavo ora diventa il mio cesso...!!>
mentre finì la frase un getto di urina calda uscì dalla vagina , Stefano sentiva il calore colargli sulla pancia , poi sul petto , sembrava non finesse mai di urinare , lei lo guardava divertita , non l' aveva mai fatto prima , e se ne pentì lo trovava molto eccitante
< Il mio cesso personale....!>
Stefano si stupì di se stesso , gli piaceva sentire la pioggia dorata della sua divina , ma era sconvolto dai comportamenti della moglie , troppe novità
<cosa ti sta succedendo ???>
lei prima di rispondere aspettò che tutta l'urina fu uscita poi rispose
<succede che la divina , ha voglia di essere se stessa....>
si voltò , si inchinò , e mise la sua vagina sulla faccia del marito
< Ora puliscimi , che per le cinque devo essere pulita...>
a Stefano non rimase che leccare la vagina della moglie , riempiendosi la bocca di umori e urina , il sapore era acido , ma il suo pene reagì indurendosi all'inverosimile , anche per via delle piante dei piedi di Marzia che si strinsero sulle guance di Stefano .
Lei abbassò il busto e cominciò ad accarezzare il pene del marito , lo scappellò totalmente , e con l'altra mano passò il palmo sopra il glande umido , Stefano comicniò a godere , e leccava con più vemenza
<mmmm...bravo lecca...aaaasss...così....>
lui avrebbe voluto toccarla , ma quelle manette erano un supplizio .
Marzia strinse il pene con foraza , e lo cominciò a masturbare velocemente , Stefano era prossimo all'eiaculazione , ma come se lei lo sentisse si bloccò
< Non ancora!!!>
lui implorante
< Ti supplico non ce la faccio più!!>
lei si alzò
< Bè vedi di farcela , ora ho fame>
uscì dalla stanza per nulla impietosita , Stefano cominciò a temere che quella situazione durasse all'infinito .
Marzia pranzò con tutta calma , senza preoccuparsi del marito legato a letto , non si degnò di portargli nulla da mangiare , finito il pranzo , andò a riposarsi .
Anche Stefano ,stremato si addormentò , capì che non poteva fare altro .
Fu svegliato dal suono del campanello della porta , sentì i passi della moglie , e poi lei che salutava qulcuno , era una voce da uomo . I passi erano diretti da lui , vide la porta aprirsi , Marzia entrò con un uomo , alto più di lei , capelli brizzolati , sulla cinquantina
< Stefano ti presento Marco>
il marito contrariato
< E chi cazzo è??>
lei con tono severo
< Non ti azzardare ad usare questo tono con un ospite....>
Marco rincarò la dose
< Ma sopratutto non è il modo di rispondere alla Divina...>
Stefano fu invaso da collera e gelosia , solo lui pensava di poter chiamare Divina sua moglie , ma era una delle tante cose che scoprì in quei giorni
< Allora chi sarebbe quest'uomo>
Marzia semplicemente rispose
< Un mio amico >
poi uscendo dalla stanza disse
< Ora arrivo voi fate conoscenza , sai Marco mio marito è molto curioso di sapere ieri sera dove ero...>
quando uscì Stefano si scagliò contro l'uomo , logicamente solo verbalmente
< Chi cazzo sei , vattene , cosa.....>
Marco lo interruppe
< Scusami ma non credo che sei nella posizione di prendere decisioni , non puoi muoverti , la mogliettina ti ha conciato per le feste , la Divina è propio cattiva quando ci si mette....>
Stefano
< Non chiamarla così , non ti permetto....io solo posso , sono suo marito....>
Marco ridendo
< Caro mio , è una vita che vuole che la chiamo così , non mi farai smettere nemmeno tu , e poi nemmeno sai dove andata ieri ...lo vuoi sapere???>
Stefano
< Dove , dov'era...>
Marco
< Con me...>
fu interrotto dall'ingresso di Marzia
< Non dire altro Marco , ora faremo vedere al mio schiavo cosa ho combinato ieri sera....>
Stefano vide la moglie entrare in camera completamente nuda , era anche scalza
< Marzia ....che fai...copriti ...che cazzo fai???>
lei
< Vedo che andiamo sempre peggio..>
Marco
< Divina , lo scusi , è ancora giovane....>
lei
< Già , oggi forse imparerai qualcosa....>
si mise seduta sulla poltrona , sempre difronte al marito , accavallò le gambe , e disse
< Marco ho camminato scalza , ho i piedi sporchi , fai vedere a mio marito come sai pulirli bene>
Marco senza dire nulla si inginocchiò a terra , e mettendosi a quattro zampe cominciò a leccare la pianta di Marzia , un pò sporca , ma con un odore sempre più forte , lei in maniera sadica fissava suo marito , che incredulo la supplicava
< Smettila...smettetela....perchè mi fai questo???PErchèèèè??>
lei che si iniziò a far leccare l'altro piede
< Semplicemente perchè è giunto il momento che tu sappia cosa amo , e cosa voglio , e prima o poi , con le buone o con le cattive , dovrai accettarlo .....>
Marco era totalmente concentrato sui piedi di Marzia , e non gli importava di quello che i coniugi dicevano , sapeva molto bene quanto quella donna poteva essere crudele , non voleva certo indispettirla .
Marzia si ritenne soddisfatta della pulizia dei suoi piedi , con un cenno fece alzare Marco
< Ora fai federe a mio marito le tue doti nascoste...>
senza obiettare l'uomo tirò fuori il suo pene , era eretto , e di dimensioni notevoli , lei lo afferrò con la mano destra , lo strinse , e cominciò a segarlo lentamente
<guarda cazzetto , è questo che piace alla tua divina , non solo il tuo , amo cambiare sopratutto se sono così grossi!!!Ti piace vero vedermi segare un altro uomo...>
Stefano gridò
<noooo....NOOOOO SMETTILAAAA.....SMETTILA TI PREGOOO!!>
lei sorridendo e continuando a masturbare Marco
< Dalla reazione del tuo cazzetto non si direbbe,....>
in effetti il marito era in piena erezione , e lui solo in quel momento si rese conto , che in effetti la vista di sua moglie con il membro di un altro uomo in mano lo eccitava .
Ancora non appagata disse
< Marco questa notte mi ha posseduta , oggi non ho voglia , altrimenti te lo avrei fatto vedere !!Marco , ti è piaciuto sta notte??>
Marco
< Ooo si Divina , come sempre!!>
lei
< Già , lo facciamo spesso , sai Stefano , Marco , ma non solo , ha un debole per il mio culetto!!>
Stefano
< Ma che dici , dimmi che non è vero!!>
Marco
< Perchè a te non piace???Io amo possederlo , e ieri mio caro amico mi ci ha fatto venire due volte...>
oltre quelle parole , Stefano si sentiva ferito dal sorriso soddisfatto della moglie .
La confusione di Stefano era totale , era eccitato , geloso , sconvolto , e sopratutto inerme .
Marzia fece sdraiare Marco sul letto , tra le gambe aperte del marito , con i piedi che toccavano per terra , lei si avvicinò con tutta la poltrona e disse
< Ora saprai di chi era quel sapore dolciastro ed appiccicoso che mi hai tolto dal piede questa mattina...>
appena finì la frase alzò le gambe , e mise i piedi sul membro di Marco .
Cominciò a muoverli , accarezzando tutto il pene , Stefano anche se sconvolto , era rapito dalla vista di sua moglie , che segava con i piedi un altro uomo , era come vedere un film porno , con protagonista quella che fino a pochi giorni prima era la sua cara e fedele mogliettina .
I piedi di Marzia afferrarono il pene , lo stringeva tra le sue arcate plantari , con movimenti lenti , ma esperti lo cominciò a scappellare
< Mmm...guarda schiavo , ti piace come lo sego , pensa che se accetterai il tuo ruolo di cornuto potrai averlo anche tu , un bel servizietto con i piedi della tua Divina...>
Stefano
< Ti prego...fallo solo a me....caccia quest'uomo....>
lei
< Mi spiace che ancora non capisci , ma sono fiduciosa , so che prima o poi non mi deluderai,...>
i suoi piedi continuavano a segare Marco incessantemente .
La bravura di Marzia era risaputa , masturbava con i piedi , come se fossero mani , sapeva tutti i segreti per provocare piacere , usava sapientemente le piante , le dita , i dorsi , ed in quel momento Marco si sentiva un privilegiato .
Una cosa che Marzia amava , e far raggiungere l'orgasmo a comando , lo considerava un atto di estrema sottomissione , era lei che doveva decidere quando lo schiavo poteva liberare il suo liquido , ne prima ne dopo , ma nel momento esatto che lei diceva
< Ora devi venire , dai schizza,...!!>
Marco che sapeva benissimo la regola non deluse la sua Divina , afferrò il suo membro , lo scappellò per due volte e cominciò a schizzare tutto lo sperma sui piedi della donna , le piante , le dita ed i dorsi furono ricoperti di liquido bianco
<aaaaaaa:....ECCCOMIIIII DIVINAAAAAAAAAA!!!>
lei era soddisfatta
< Bravo il mio schivo .....fai vedere a mio marito come si fa>
la vista dei piedi della moglie coperti di sperma non suo lo fece sobbalzare , in realtà in quel momento soffriva più per non potersi masturbare , che del fatto che la moglie si era fatta sborrare da un altro uomo .
Il pene di Stefano era gonfio e dolente , non resisteva più
<divina..io ...Divina ora a me..>
lei liquidò come un oggetto vecchio Marco
< Tu ora sparisci , voglio rimanere sola con mio marito , ci sentiamo poi...>
mentre Marco usciva dalla stanza senza nemmeno pulirsi e mettere dentro ai pantaloni il pene , in Stefano crebbe la speranza .
Una volta soli Marzia disse
< Allora , ti piace ??che ne pensi , accetti di dividermi con altri?>
Stefano ancora non era pronto
< No...non posso..sei mia...perchè mi fai questo....>
lei contrariata si alzò , si mise sul letto , era seduta vicino al suo bacino
< Io sono così , e voglio farlo apertamente , caro mio l'ho sempre fatto , ma voglio che tu lo sappia , e diventi a me totalmente devoto e succube...>
Stefano
< Sei matta..non lo farò mm....>
la sua bocca fu chiusa dai piedi della moglie , lo sperma che li ricopriva si spalmò sul viso di Stefano , che provava a divincolarsi ma senza successo , lei li passò su tutto il suo viso
< Come osi ...non mi vuoi soddisfare , leccali , puliscili , avrai solo questo se non mi concederai la tua abnegazione..>
premeva talmente forte sulla bocca del marito , che lui fu costretto ad aprirla , e leccale i piedi , assaporando tutto lo sperma di Marco.
Quando Marzia si ritenne appagata , si alzò
< Ora vado a farmi una doccia , sta sera devo essere perfetta...>
lui
<ma dove vai??TI prego rimani....fai qualcosa al mio cazzo , non resisto più , e poi dove vai mi vuoi fare impazzire??>
lei
< Non ricordi che giorno è oggi??>
a lui venne subito in mente
< Ma è Sabato , 22 , dobbiamo andare al Fetish Party in villa...>
lei
< Devo andare , mi sembra propio che tu non puoi...>
lui
< Ma è da un mese che stiamo programmando di andarci , e poi non sei mai andata da sola , ci devo stare io con te...>
lei rise malvagiamente
< Non preoccuparti troverò compagnia...ti giustificherò io , dirò che hai la febbre , che ti tiene legato al letto..AAaaahhaahahahah!!!>
uscì dalla camera diretta in bagno , la testa di Stefano fu invasa di mille pensieri , pensava di impazzire .
Quel giorno non vide più la moglie , l'ultima cosa che sentì era la porta che si chiuse , ed i suoi passi che si allontanavano , sicuramente la immaginò vestita provocante , con tacchi altissimi.
Stefano fu svegliato dal tacco della scarpa di sua moglie , che picchiettava sempre più forte sulla sua fronte .
Aprì gli occhi e vide Marzia che lo fissava , lo sguardo era sempre più sadico , si sentiva un peso sulla pancia , guardò in basso , e vide il pc portatile appoggiato sul suo ventre
<e questo ???ora che cosa c'entra???Cos'altro ti sei inventata??Cosa hai combinato alla villa??>
Marzia senza il minimo segno di pietà
<questo è propio per te!!Saprai cosa ho fatto questa notta alla villa , visto che non sei potuto venire , ho pensato che un pò di foto di tua moglie alla festa ti avrebbe fatto piacere vederle ....>
un senso di angoscia pervase Stefano , aveva paura di vedere cosa la moglie aveva fatto in sua assenza .
Il pc era già acceso , lei si sedette vicino al marito e cominciò a manovrare con mouse e tastiera
< Ora vedrai che bella festa ti sei perso , e tutto perchè non accetti il tuo ruolo , ma credo che sarai felice di vedere che mi sono divertita anche per te....>
lui inquieto e arrabbiato
< Smettila , liberami ora basta....!!>
Marzia col tacco della scarpa colpì il marito con forza
<zitto , non ti permettere , devi tacere!!!!>
Stefano capì non doveva contrariare la moglie , rischiava di dover stare legato ancora per molto
<scusa Divina....>
vide sul pc , una cartella con scritto “Divina alla festa”, mentre la moglie l'apriva vi erano tre sotto cartelle , “Festa” era una poi “Privè1” e “Privè 2” , queste ultime attirarono l'attenzione di Stefano , che poteva solo immaginare cosa potessero contenere .
Marzia cominciò a far scorrere sul monitor delle foto
<ecco ora ammira tua moglie , guarda come sono bella....>
era vero , indossava un abito cortissimo , con stivali , era molto seducente .
Le foto scorrevano e Stefano le guardava , la gelosia cresceva lentamente , la moglie era contorniata da altri uomini , ma il culmine lo raggiunse quando Marzia era immortalata su una poltrona , e una fila di uomini pronti ad adorarle i piedi nudi
<ecco qui la festa prende vita , guarda quanti schiavi avevo...>
Stefano non riusciva a parlare , le foto continuavano a scorrere sul monitor , e lui sprofondva sempre più nell'angoscia .
Guardava la moglie mentre si faceva leccare , annusare , e succhiare i piedi , dalle foto si vedeva che ne traeva godimento
<perchè lo fai???prima ti bastavo io , l'ho sempre fatto io....>
Marzia
< Come sei sciocco , non hai ancora capito , non mi sei mai bastato , ho sempre fatto queste cose , con molti schiavi , ora zitto e guarda.....>
le foto erano tantissimi , anche i primi piani dei suoi piedi , con diverse bocche a servirli , erano numerose .
Stefano anche se turbato , non potè evitare di eccitarsi , cosa che Marzia notò , e con sadica soddisfazione , continuava ad infierire sul marito
< Ora però ti faccio vedere altre foto , sai la festa era organizzata benissimo , vi era la possibilità di fare anche dei privè...>
finendo la frase aprì la cartella con scritto “Privè1” la prima foto che apparì era di lei adagiata su un letto .
Le foto andarono avanti , il corpo di Marzia si denudava ad ogni foto di più , fino ad arrivare al suo corpo totalmente messo in mostra , Stefano col timore della risposta non potè evitare di dire
< Ma chi ti ha s**ttato le foto??>
lei
< Pazienta Stefano , ora lo vedrai....>
altre foto di lei nuda si susseguirono , dove metteva in mostra tutto ciò che poteva , i seni , la vagina , il sedere , e poi i piedi , ma nulla in confroto alle successive foto .
Un uomo venne fotografato vicino a lei , era giovane , e con solo gli slip addosso .
Stefano vedeva sua moglie leccata totalmente da quel ragazzo , i seni , i glutei , la vagina , e poi i piedi , si sentiva sempre più impotente
<vedi schiavo , come mi leccava , ora arrivano le mie preferite...>
andava avanti con la scansione delle foto , fino ad arrivare a quelle più pornografiche .
Mariza nelle foto era intenta a giocare col pene del ragazzo , lo toccava , lo leccava e succhiava , lo prendeva in ogni pertugio , veniva posseduta prima davanti e poi dietro , Stefano era eccitato a quella vista , ma allo stesso tempo sconvolto , pensava di impazzire , non sapeva più cosa pensare della moglie . Anche Marzia riguardando quelle foto si eccitò , poi quando arrivò alle ultime disse
<ora schiavo ammira dove mi è voluto venire....>
come sospettava il marito , nelle foto era inquadrato il pene del ragazzo intento a schizzare lo sperma sui piedi della moglie , le foto erano molte , mille angolazioni , tutte a riprendere l'atto in cui lei lo masturbava con i suoi magnifici piedi , e lui la inondava di sperma .
Prima che Stefano potesse dire qualcosa , Marzia aprì l'altra cartella “Privè2” e disse
< Questa ti piacerà molto....>
nelle foto era presente sempre Marzia , ma in un'altra stanza , e in sua compagnia vi era una signora sulla cinquantina . Marzia faceva scorrere le foto , e arrivò in una dove sia lei che la donna erano completamente nude
< Guarda che bel corpo nonostante l'età ??>
Stefano
< Ma chi vi fotografava??>
lei
< Il marito della signora , lui si che è un vero uomo , che ama sua moglie , si divertono motlo insieme , ed è quello che presto farai anche tu....>
il silenzio di Stefano diede conferma a Marzia che lentamente stava cedendo .
Nelle foto che susseguirono Stefano ammirava sua moglie impegnata a leccare e farsi leccare dalla donna , le pose erano delle più erotiche che si potevano vedere , verso la fine vi furono una miriade di foto sulle loro estremità , la signora leccava quelle della moglie e viceversa , cosa che incuriosì Stefano
< Ma anche tu le hai leccato i piedi?>
Marzia
< Certo , sono molto belli , e sia il sapore che l'odore ti sarebbe piaciuto , molto intenso ed erotico , e poi guarda come li usava bene...>
le foto successive si vedeva la signora intenta a masturbare con i piedi la vagina di Marzia , visibilente colma di piacere .
Stefano non resisteva più , il pene era di nuovo alla massima erezione , con uno spostamento del bacino fece cadere il pc e disse
<non resisto , basta....ti prego aiutamiiii!!>
Marzia prese il pc e lo tolse , guardò il marito e disse
< Ti sei convinto a soddisfare i miei desideri , ad essere il mio schiavo cornuto....>
Stefano non ebbe il coraggio di rispondere , e Marzia contrariata disse
< Ok , ti concedo l'ultimo tentativo di metterti sulla strada buona , più tardi ti sottoporrò ad un'altra prova , o ti convinci ad essere ciò che voglio , oppure rimarrai legato a vita.!!!!>
Stefano vide uno sguardo colmo di sadismo , che mai aveva visto prima negli occhi della moglie .
Marzia uscì dalla camera , lasciando nello sconforto il marito , che si cominciò a domandare quale altra tortura lo aspettasse , la sua fermezza cominciò a vacillare , pensava che forse doveva arrendersi all'evidenza , ed accettare il suo ruolo di schiavo cornuto .
Marzia sempre più determinata a raggiungere il suo obbiettivo , decise di portare l'eccitazione del marito ad un punto tale da farlo cedere .
Il suono della porta svegliò Stefano , che per la stanchezza si era addormentato , dei passi erano diretti verso la sua camera .
Marzia entrò per prima e disse
< Ecco la tua ultima possibilità , vedrai che sarai felice di essere il mio schiavo cornuto...>
entrò nella camera la signora delle foto , Stefano ne fu sorpreso .
Era una donna di 54 anni , più bassa di Marzia , ma con il fisico molto tonico , Stefano la guardò attentamente , indossava un abito di pelle attillatissimo e dei stivali sempre neri , con tacco a spillo .
Le due avanzarono verso di lui , e la donna sconosciuta disse
<bene bene...tua moglie mi ha detto tutto... vedrai che insieme riusciremo a farti cambiare idea , mio marito è felice di avermi come moglie , e lo sarai anche tu con la tua ...>
Stefano
< Ma lei chi è??Divina cosa sta succedendo??>
Marzia
< La potrai chiamare Signora , e succede che scoprirai la bellezza di condividere l'esperienze con più persone possibili....>
la confusione di Stefano era totale , ma anche la curiosità , da quel preciso momento lui non ebbe più il coraggio , e la forza di parlare , decise di lasciarsi trasportare dalle due donne , anche perchè la situazione si stava facendo molto intrigante .
Le due donne cominciarono ad assumere attegiamenti molto sensuali , si toccavano ed accarezzavano in maniera provocante , Stefano credeva di essere il protagonista di un film hard , il suo pene si indurì all'istante .
Vedere la moglie che si spogliava , era eccitante , ma vederlo fare insieme ad un'altra donna era un sogno . Il corpo della Signora era molto meglio dal vivo che in foto , era entrambe totalmente nude , la voglia di toccarsi era fortissima , e il non poterlo fare devastava la mente di Stefano .
La Signora si sedette sulla poltrona , e Marzia si inginocchio sollevandole i piedi , li fece vedere molto bene a Stefano , erano più piccoli di quelli della moglie , ma perfetti , visibilmente maturi , ma surati , con dita smaltate di rosso fuoco , e quando Marzia li annusò , il pene di Stefano cominciò ad essere invaso di contrazioni , e la moglie disse spietatamente
<ummmm...dovresti sentire che odore....anzi , che puzza, molto forte...>
la Signora incarò la dose
<tua moglie mi ha detto quanto ami l'odore dei piedi , e sono due giorni che non li lavo , ho calzato questi stivali propiò perchè me li fanno puzzare da matti , vorresti annusarli??>
Stefano
<siiii>
Marzia
< Magari più tardi....>
finendo la frase aprì la bocca , e cominciò a succhiare tutta la pianta
<mmmm....sudata...sapore acre....molto erotica , vorresti leccarla schiavo??>
Stefano
<siii..siiii>
Marzia lo fissò
<come sarebbe??vorresti leccare i piedi di un'altra donna???>
lui era confuso , capì cosa la moglie voleva provare , che come lei lui voleva tradirla
< Se accetti il tuo ruolo , potrò concederti qualche piccolo strappo alla regola....>
lui rimase in silenzio , non sapeva cosa fare , il pene gli faceva male , aveva troppa voglia di godere , ma ancora non se la sentiva di cedere . Marzia lo conosceva troppo bene , sapeva che era prossimo a diventare totalmente in suo potere , guardò la Signora e disse
<forse mio marito ha bisogno di un piccolo incoraggiamento....>
il sorriso delle due era malizioso e sadico , poi la donna si alzò e si diresse verso Stefano , mentre Marzia si mise in piedi ad osservare il marito .
La Signora si distese sul letto , mettendo i piedi sopra il petto di lui, erano caldi , sudati ed appiccicosi , lentamente salirono , un afrore invase le narici di Stefano , e quando li ebbe sotto il naso , cominciò ad annusare , il loro odore lo mandò in estasi , forse era quasi meglio di quello della moglie , ma non lo disse .
La Signora cominciò a spingere le piante sulle labbra di Stefano , che da bravo schiavo guardò la moglie , in attesa di un cenno di consenso
< Se vorrai leccarle i piedi , sai cosa devi fare???accetti??>
lui era completamente sfinito , non aveva più forze per res****re
<si Divina , voglio essere il suo schiavo cornuto , ma la prego , mi conceda un po di piacere, sono distrutto.....!!>
Marzia pienamente soddisfatta con sguardo malizioso fece si col capo , dando il consenso al marito , e lui aprì subito la bocca e si deliziò di quelle piante saporite , molto intense , classico sapore di sudore misto al cuoio degli stivali . Marzia si avvicinò a Stefano e si sedette sul letto , mentre osservava suo marito intento a leccare e succhiare i piedi della Signora , afferrò il pene , che mai era stato così eretto , e lentamente lo scappellò
<ora potrai godere , d'ora in poi farò tutto ciò che voglio , e tu saprai sempre cosa faccio , con chi , se mi piace e non , potrai fotografarmi e riprendermi , e tu potrai andare solo con chi vorrò io e quando vorrò io!!!>
lui come ipnotizzato
<si mia Divina , tutto ciò che desidera.....>
il suo schiavo meritava una ricompensa .
Anche lei si distese sul letto , e mise anche i suoi piedi sul volto di Stefano , il quale pensava di sognare , quattro piedi puzzolenti sul suo volto , quattro piante da annusare e leccare , solo per lui , era felice di aver accettato il suo ruolo , non gli importava se la moglie avesse avuto 1000 amanti , in fondo lui capì che ne traeva eccitazione , dovette per l'ennesima volta riconoscere che la sua Divina aveva sempre ragione .
Mentre leccava ed annusava tutti e quattro i piedi , le due donne cominciarono a giocare con il suo pene , lo toccavano , lo palpavano , lo scappellavano , poi gli accarezzavano il glande , stava per esplodere . Dopo un piccolo gesto di intesa le due malvage si fermarono , e Marzia disse
< Potremmo fermarci , o portarti al piacere , ora voglio per l'ultima volta sapere se sei veramente convinto , e se posso considerarti il mio schiavo cornuto..!!??>
Stefano non aveva scelta , e non aveva intenzione di deludere la sua Divina
<si , si Divina , sono il suo schiavo cornuto , per sempre , per tutta la vita lo giuro!!>
Marzia fu convinta dal marito , guardò la sua amica e disse
<penso che sia sincero!!>
la Signora
<si ne sono convinta!!>
Marzia
<si merita una bella ricompensa !!>
la Signora
<bè penso che quello che abbiamo fatto ieri a mio marito gli possa piacere,....>
Marzia sorridendo
< Ne sono convinta...>
mentre le due si spostarono Stefano ebbe ancora un senso di gelosia , pur non sapendo cosa gli stessero per fare , il pensiero che l'avevano già fatto ad un altro uomo non gli piaceva , ma si sforzò di accettare, ormai sarebbe stata la sua permanente condizione .
Marzia e la Signora si misero una difronte all'altra con il bacino di Stefano tra loro due , alzarono i piedi e con grande maestria comiciarono a masturbare l'uomo a quattro piedi .
Era bellissimo per Stefano , sentire il suo pene toccato da quattro piante , vedere i piedi che si intrecciavano sinuosi su di lui , vedere e sentire le dita solleticargli i testicoli , vedere le due donne che lo fissavano austere e maligne , era il sogno di una vita . Non resisteva più , il massimo lo raggiunse quando la pianta destra di sua moglie schiacciò il suo pene contro la pianta sinistra della Signora , le due muovendosi all'unisono cominciarono a scappellarlo lentamente , erano perfettamente sincronizzate , le dita gli solleticavano la punta , sentiva sulla pella il sudore delle due piante , sentiva il pene schiacciato , era sublime .
Dopo poco un getto prepotente di sperma schizzò verso l'alto , sembrava un pozzo di petrolio , l'eiaculazione di Stefano fu abbondante e poderosa , e non riuscì a trattenere le grida di piacere
<aaaaaaaaaa.....SIIIIIIIIIIIIIIIIIIII...VENGOOOOOOOOOOOO....GODOOOOO!!>
le due donne non si fermarono , lo sperma ricopriva i loro piedi , e anche quando ormai Stefano era completamente vuoto , le due coninuavano a masturbarlo .
Le due sembravano molto esperte , ed abituate a certe pratiche , insieme misero i piedi sporchi di sperma sul viso di Stefano , e Marzia ordinò
<puliscili schiavo cornuto....>
lui senza obiettare cominciò a leccare i piedi delle due donne , ripulendo completamente il suo sperma , la sua mente ormai era completamente annichilita , capì che era come un pupazzo nelle mani della moglie .
Rimase per un pò solo , Marzia aveva accompagnato alla porta la Signora , ebbe modo di ripensare a tutta la situazione , ancora non accettava a pieno il suo nuovo ruolo , ma sapeva di non avere alternativa , ed era fiducioso , che ne avrebbe tratto un forte eccitamento .
Marzia lo liberò , delle fitte di dolore attraversarono tutto il corpo di Stefano , ormai braccia e gambe erano completamente intorpidite , si rannicchiò in posizione fetale , la moglie lo guardò e per nulla impietosita disse
<spero di non trovarmi più costratte a fare certe cose per farti capire che mi devi obbedire senza nessuna riserva....>
Stefano con un filo di voce
<si divina , non dovrà più farlo....>
la soddisfazione di Marzia era alle stelle
<bene , fatti una doccia , che questa sera mi serve un fotografo , sono stata invitata da un gruppo di amici....>
6/7/2021 andrea farnese
2 notes
·
View notes
Text
Non sono molte le cose che so su di me eppure so una cosa: non so come usare la parola "scusa". Potrebbe sembrare insignificante, forse lo è diventata a cauza del mio abuzo del suo utilizzo ma puo significare diverse cose. Uno dei significati piu dolorosi e quello del "sono ferita a causa tua ma do la colpa a me perche ho paura che mi abbandoni". Lievemente sciocco direi eppure questo risalta un cosi profondo disprezzo nei miei contronti a tal punto di dover calpestare i miei stupidi sentimente, schiacciare il mio orgoglio, il mio dolore solo a causa del pensiero che perderei una delle poche persone a cui voglio bene e quella sarebbe la sua via di fuga, la sua chiave per la liberta, da questo disastro che lo tiene intrappolato e cioe io. Un disastro. Il fatto e che fa male avere tutti questi pensieri "non mi vogliono, li annoio, non sono nessuno, me lo dimostrano, mi fanno vedere che non hanno bisogno di me" a tal punto di voler davvero sparire, di arrivare a credere davvero di essere odiata da loro cosi come mi odio io, e in fondo non li biasimo. E poi? E poi chiedo scusa, chiedo scusa a loro perche mi sono fatta del male, chiedo scusa a loro perche ho pensato che non mi volessero piu nella loro vita e prego che mi perdonino, prego che dicano "tranquilla, io ti voglio nella mia vita" e li credo per qualche giorno poi ricomincia di nuovo tutto d'accapo, tutto il dolore, le urla i tagli, solo perche vedo in loro cio che penso io di me, cio che mi hanno fatto credere loro di essere. "Ma quando viene ***** mi annoio!" Ma ci sono anche io..guardami sono qui, guardami...perche non mi parli perche hai fatto quella smorfia quando hai incrociato il mio sguardo...mi hai detto che mi volevi eppure preferisci gli altri, eppure guardi gli altri quando parli e non me, eppure te ne vai quando rimaniamo solo noi due, te ne vai dagli altri e all improvviso non sono piu nessuno, solo quella persona che fa si che ce ne siano di piu nel gruppo. "Piu siamo meglio è" dicevano, al posto mio poteva esserci anche uno spaventapasseri, non avrebbe cambiato nulla. E chiedo scusa quando penso "ecco succede di nuovo, non mi vogliono neanche loro" perche in fondo speravo che questa volta avrei potuto essere abbastanza e invece no, flashbacks su flashbacks che fanno capolino nella mia mente e lasciano segni sulla mia pelle, gonfiano le mie palpebre e lasciano il mio letto vuoto durante la notte. Che dolore lancinante avvolte, quando li sento, mi urlano nelle orecchie "vai via, non ti vogliamo, vai via non sei abbastanza" ed io ci credo, non voglio ma ci credo. Un virus allo stato mentale, una malattia che colpisce ogni parte del mio corpo, la vista l udito...ed io chiedo di nuovo scusa perche non so come esprimere tutto cio, come non sembrare una disperata e come non scomparire ma alla fine lo faccio sempre perche ho paura della verita, che sembra nascondersi nel mio passato. Non voglio dire addio a nessuno e allora scappo. Nascondetevi ora che sono lontana e la vostra occasione per sfuggire dalla bomba che e in me, o da me e basta. Non daro la colpa a voi per cio che mi accadra, la colpa e e sempre sara mia. Vi voglio bene
3 notes
·
View notes
Text
Haikyuu Quarta Stagione
“Non è divertente non provare cose nuove se sai che esistono”.
E anche questa stagione è andata. E io sono sopravvissuta. Perché ogni volta rischio la morte per arresto cardiaco, e ogni volta miracolosamente sopravvivo.
Sinceramente avevo dimenticato quanto sia bello Haikyuu, quante cose belle abbia.
Amo questo cartone, amo i suoi personaggi, le evoluzioni, l’adrenalina, le squadre, le strategie di gioco.
Sono due le cose che non ho amato di questa stagione, e le dico subito così da togliermi i sassolini dalle scarpe: le pause di metà puntata, e i disegni. Prima durante le pause avevamo i personaggi che tiravano la palla e facevano gli idioti, ora ci hanno dato questi animaletti che simboleggiano i vari personaggi e sono sì carini, ma, vi prego, ridateci i personaggi! #petizione. E poi ci sono i disegni, e ammetto di aver impiegato oltre metà stagione per accorgermene, ma a un certo punto ho visto un salto talmente disegnato male che non ho potuto non notarlo. Tornate a fare i vecchi disegni! #petizioneparte2
Ora passiamo alle cose belle.
Il ritmo come sempre è davvero ottimo. Anzi forse hanno spinto un po’ sull’acceleratore nella prima parte, ma è comprensibile visto che va bene il ritiro, la preparazione e gli allenamenti, ma quello che volevo vedere erano i nazionali, quindi capisco che non si siano soffermati troppo sulle cose precedenti.
A proposito di cose precedenti, il ritiro io non me lo aspettavo. Quando ho finito di vedere la terza stagione, con la Karasuno che riesce a qualificarsi per i nazionali vincendo contro la Shiratorizawa, io pensavo che la quarta stagione iniziasse subito con loro che approdano ai nazionali, non mi aspettavo un ritiro, anzi due, e addirittura un’amichevole.
Ma tutto questo ha il suo perché, e mi è piaciuto.
Kageyama viene invitato al Ritiro giovanile nazionale, dove quindi si ritrova circondato da giovani brillanti nella pallavolo, mentre Tsukkishima viene chiamato per un ritiro delle matricole promettenti della prefettura, dove può allenarsi e fare pratica.
Mi sono chiesta perché non avessero invitato anche Nishinoya a questo secondo ritiro, perché è obiettivamente uno dei giocatori più bravi e “epici” della Karasuno. Ma la serie mi ricorda che Nishinoya non possiede esattamente un tale livello di maturità per poter essere invitato a un ritiro del genere, è troppo coglione in pratica, quindi si attacca. #legit
Hinata chiede se c’è un invito anche per lui da qualche parte, e con tutta la delicatezza del mondo Tsukkishima gli fa notare che lui è troppo pippa per poter essere chiamato a un ritiro di qualsiasi tipo. Il Ritiro giovanile nazionale poi, è fantascienza per lui.
Grazie Tsukki per la tua onestà sempiterna.
Tra l’altro Tsukki si fa notare anche per la sua profonda empatia e per il suo commovente senso di amicizia, visto che per tutto il ritiro non caga Hinata di pezza. Hinata che, siccome non è stato invitato, ha deciso di autoinvitarsi. Giustamente.
Parliamo un attimo di questo.
Non sono dispiaciuta o infastidita che Hinata non sia stato chiamato, perché Hinata è ancora un giocatore molto scarso e poco versatile, ma trovo immaturo ed infantile che il vecchio allenatore della Shoratorizawa che l’abbia invitato non tanto per le sue capacità ancora scarse, ma, sostanzialmente, perché invidioso.
È da quando ha iniziato a giocare a pallavolo che a Hinata viene ripetuto che è scarso, che è troppo basso, che è una pippa, e a quanto pare non conosce nemmeno le basi fondamentali della pallavolo (Karasuno, magari una lezioncina fategliela), e che sa sì saltare ed è velocissimo, ma che senza Kageyama non ha utilità. E vedere che nonostante tutto Hinata non si arrende, non perde l’entusiasmo, e continua a pretendere di stare sul campo, di giocare, e di toccare anche lui la palla, deve riempire di non poca invidia il vecchio allenatore Tanji Washijō (mai saputo che si chiamava così, son dovuta andare a cercarlo lol), che da giovane si trovava nella stessa situazione di Hinata, perché anche lui basso, ma che al contrario del nostro piccoletto si è dato per vinto. Quindi per lui è inaccettabile che Hinata possa dimostrare che invece si può fare.
Un atteggiamento di questo tipo lo potrei accettare molto meglio da un coetaneo di Hinata, da un quindicenne, non da un uomo adulto di oltre settant’anni (sì, ho cercato anche l’età), e da cui ci si aspetterebbe una certa maturità e magari anche saggezza. Il problema non è la gelosia, perché quello è un sentimento umano, il problema è che quest’uomo dovrebbe avere la forza d’animo di passare oltre, riconoscere la determinazione di Hinata e incoraggiarlo.
La cosa bella è che, anche se l’allenatore lo fa rimanere solo come raccattapalle, Hinata non si scoraggia, rimane al ritiro, e osserva. E osservando, impara. Perché finora è sempre stato sul campo a esercitarsi, mentre adesso ha la possibilità di vedere come si muovono gli altri giocatori, e di vedere l’andamento di una partita da prospettive diverse.
Hinata è un personaggio semplicemente fantastico e ha tutta la mia stima. In continua evoluzione, dinamico, determinato, simpatico, scemo, ma pieno di sfumature geniali e sorprendenti (lo stesso Daichi afferma che a volte Hinata è ancora un vero e proprio mistero anche per loro). Per me rappresenta un raggio di sole in questa serie, che mi diverte e mi dà calore. Non è solo un personaggio che ti piace o che ami, ma a cui vuoi proprio bene.
In realtà questo vale per tutti i giocatori della Karasuno. Voglio bene a tutti, perché ognuno di loro impara a farsi voler bene.
Anche quello stronzo di Kageyama, che rimane sempre un po’ egocentrico e scontroso, come dimostra durante l’amichevole con la Dateko quando dice senza tanti complimenti a Nishinoya di essere tra i piedi.
Che momento trigghered è stato.
Trigghered per tutti (me compresa, perché Nishinoya non si tocca), ma non per lo stesso Nishinoya, che invece di infastidirsi e mandare Kageyama a quel paese, capisce subito cosa intende dire e agisce di conseguenza.
Ma il peggio esplode quando Kageyama si lascia andare a uno scoppio d’ira con Asahi perché non schiaccia le sue alzate, facendo riemergere per un momento quel Re Dispotico che era alle medie.
Kageyama è un personaggio estremamente umano, e lo amo per questo. Mentre Hinata si evolve più dal punto di vista del gioco ma rimanendo sempre la stessa persona, l’evoluzione di Kageyama, già un alzatore formidabile, è più psicologica e introspettiva. Ed è un percorso fatto di alti e bassi il suo, ci sono momenti in cui la vecchia personalità riemerge, perché si può sì cambiare, ma il suo carattere rimane quello, e la trovo una cosa molto realistica.
Uno dei momenti più belli di questa quarta stagione è quando Hinata incorona Kageyama Re del campo mettendogli un asciugamano piegato a mo’ di corona sulla testa. Asciugamano che Kageyama gli tira in faccia, perché questi due hanno un modo di dimostrarsi affetto tutto loro.
Ma vediamo di arrivare alla ciccia, e parliamo dei nazionali.
Due partite hanno giocato in questa stagione. DUE. Se andiamo avanti così, io viva al finale di Hakyuu non ci arrivo, non credo che il mio cuore potrà reggere.
Vado di spoiler cattivi perché voglio finire in fretta questo commento. Denunciatemi.
Una buona parte di me sospettava che avrebbero vinto contro l’Inarizaki, perché mi sembrava strano che giocassero solamente due partite in questi nazionali dopo che hanno sudato tanto per arrivarci.
MA QUESTO NON MI HA IMPEDITO DI MANGIARMI LE DITA E PREGARE TUTTI I SANTI DURANTE TUTTA LA PARTITA.
Una delle cose bellissime di Haikyuu è che riesce sempre a mettere in campo personaggi nuovi e interessanti, senza mai risultare ripetitivo. E non è che a questi nuovi personaggi viene data più importanza e prendono il sopravvento, no, anche quelli che conosciamo già continuano ad essere esplorati e gli viene dedicato spazio.
E su questi ultimi Haikyuu mi ha regalato delle vere e proprie perle in questa quarta stagione.
Ma prima i personaggi nuovi, e ce ne sono quattro che mi sono piaciuti.
Abbiamo Kōrai Hoshiumi (nome che ho dovuto chiedere a @dilebe06 perché non sapevo dove e come cercarlo), da me soprannominato “Il Targaryen” perché ha i capelli platinati ed è mezzo pazzo: non poteva esserci soprannome migliore.
Un giocatore piccolo come Hinata, un ragazzo orgoglioso che se la lega al dito quando le altre persone rimangono scioccate di fronte alle sue abilità perché non sembra possibile che un piccoletto come lui possa essere così bravo. Hoshiumi rappresenta la rabbia contro i pregiudizi, e ha ragione.
Abbiamo poi i due gemelli Osamu e Atsumu Miya detti Amamiya, una coppia vincente e talentuosa che prova e mette in atto la veloce di Hinata e Kageyama perché... quale momento migliore di provare a fare una cosa del genere se non durante i nazionali? Tanto noi siamo i super brothers, possiamo fare tutto. Copioni!
Beh però, tanto di cappello a loro perché ci provano... e ci riescono.
Mi sono piaciuti molto entrambi (Atsumu mi ha dato feels di Oikawa, quindi capirai...), ma ho nel cuore Osamu perché deve sopportare quello stronzetto di suo fratello.
Poi c’è il capitano della squadra, Shinsuke Kita, detto anche Shin, di cui mi sono subito innamorata perché se ti chiami Shin il mio cuore vola: un ragazzo freddo e logico nel dare le sue opinioni e per questo temuto dai suoi compagni di squadra, un giocatore non straordinario e non uno dei più bravi, ma è il cervello della squadra e ha fede nelle sue abilità, non in un modo arrogante, ma perché è sicuro di non sbagliare mai. Nonostante l’apparenza fredda tiene molto ai suoi compagni (la scena di Atsumu col raffreddore... awwww), è molto metodico e ripetitivo, e non va mai nel panico perché non c’è motivo di agitarsi per qualcosa che fai quotidianamente. Sei forse nervoso quando devi mangiare? Ecco, per lui vale lo stesso discorso con la pallavolo.
È uno di quei giocatori che non spicca durante una partita e che non rimane impresso per il suo talento, ma è uno di quelli grazie ai quali la squadra è unita, va avanti e vince.
E ora i vecchi personaggi, partendo dai membri della Karasuno.
Avrei davvero voluto abbracciare Tanaka in questa stagione. Sono molto contenta e grata che gli abbiano riservato uno spazio serio e introspettivo, e non abbiano continuato a dipingerlo sempre e solo come un idiota della squadra.
È vero che ce l'hanno sempre mostrato come un bravo giocatore sul campo, ma una cosa del genere ci voleva proprio.
Mi è dispiaciuto per lui nel sentirgli dire che si sente un mediocre in mezzo ai talenti della sua squadra: Asahi è l'asso ed è una bomba a schiacciare, Kageyama è un formidabile alzatore e con Hinata fanno la loro veloce, Nishinoya spacca nel ricevere, Tsukishima è ottimo nel murare ed è anche molto intelligente... lui in cosa è bravo?
La sua insicurezza e il suo senso di inadeguatezza li ho trovati molto umani e credibili.
Uno dei punti di forza della Karasuno è che non vieni mai lasciato da solo. In questo frangente Tanaka può contare sulle alzate incredibili di Kageyama, che anche se continua ad avere un carattere un po' di merda non è più il re dispotico di una volta e capisce di doversi adeguare ad ogni schiacciatore della squadra.
La schiacciata parallela di Tanaka è semplicemente incredibile, e mi ha fatta morire come tutti i compagni di squadra corrono verso di lui per festeggiare, e poi c'è quell'asociale annoiato di Tsukishima che si congratula a modo suo.
Ma se ho amato Tanaka, come posso descrivere quello che ho provato per Nishinoya?
Non so se l’ho mai detto prima, ma io ho un debole per Nishinoya. È un bravo coglione, e io adoro i personaggi così. Mi piace un sacco il fatto che nella vita di tutti i giorni sia il più grande cretino sulla faccia della terra, per poi prendere molto seriamente la pallavolo nel momento in cui entra sul campo da gioco.
Capisco il discorso di non averlo invitato al ritiro perché non sembra avere una certa maturità - “l’incidente sexy” rimarrà per sempre uno dei momenti più esilaranti di Haikyuu - ma durante la partita contro l’Inarizaki Nishinoya si è completamente riscattato: ho adorato il suo approfondimento, la sua nostalgia, il suo racconto dell’infanzia, la sua serietà, il suo silenzio, i suoi palpabili nervi tesi per l’essere preso di mira, la sua ammissione di avere avuto paura. È sembrato quasi saggio.
E voi non lo avete invitato al ritiro perché dite che non è abbastanza maturo?
#giustiziapernishinoya
Nishinoya è quello che salva la palla con i salvataggi dell’ultimo secondo - salvataggi epici - e lo adoro per questo. Mi fa venire dei colpi tremendi, ma lo adoro. Ed è quello a cui piace provare cose nuove perché è questo il vero divertimento: ecco perché riceve la palla con un palleggio sulle dita piuttosto che con il solito bagher. Bello anche Kinoshita che lo incita a muoversi perché “se sei spaventato, fatti aiutare”.
E io qui mi sono commossa.
Nishinoya ha rotto il ghiaccio, e da quel momento in poi sono stata con la lacrima facile.
Mi sono mangiata gli ultimi episodi perché Haikyuu è così: quando cominci una partita la devi finire, non esiste interromperla e continuare la visione il giorno dopo. Se aspettassi, non arriverei al giorno seguente.
Se Nishinoya mi ha commossa, Hinata ha proprio rotto la diga delle mie ghiandole lacrimali.
VOGLIAMO PARLARE DELLA SUA PRIMA RICEZIONE IN PARTITA???
Nishinoya è il mio eroe personale, ma il vero eroe di questa storia è Hinata, e questa quarta stagione è sulla sua evoluzione, sul suo riscatto, su come stia scoppiando come giocatore.
Adoro l’amore di Hinata per la pallavolo, fa venire voglia di giocare pure a me. Il suo entusiasmo è contagioso, e lo dimostra quando incoraggia quel ragazzo alto al ritiro facendogli capire che l’essere così alti è una vera fortuna. La cosa bella di quella scena è che Hinata lo incoraggia senza volerlo: l’ho detto che questo è uno scemo e un genio allo stesso tempo.
Ma sto tergiversando.
La sua prima ricezione in partita è bellissima: è il frutto della sua attenta osservazione, della sua voglia di provare qualcosa di diverso perché lui non è solo quello che fa la veloce, è il suo coraggio di mettersi in gioco.
La sua buona riuscita lascia tutti di stucco, perché nessuno si sarebbe mai aspettato una cosa simile da Hinata - ora la finirete di sottovalutarlo?? - e volevo mandarli tutti a cagare quando perdono il punto e si buttano giù di morale. Immagino quanto possa essere frustrante, ma avete perso un punto, non la partita, e avete visto cosa ha fatto Hinata??? Vogliamo parlarne?!
Hinata non sta nella pelle dalla contentezza, ma siccome Kageyama è un grandissimo pezzo di stronzo - ma gli vogliamo bene per questo - afferma di non aver visto la ricezione, e io rido tantissimo.
Ma il mio momento preferito di questa partita, di questa quarta stagione, e in generale uno dei miei preferiti di tutta Haikyuu, è il punto finale.
Mentre guardavo la partita, siccome immaginavo la loro vittoria, mi sono chiesta come avrebbero vinto, chi e in che modo avrebbe segnato il punto decisivo, e speravo davvero che non si sarebbe conclusa con la classica alzata di Kageyama e conseguente schiacciata di Hinata, perché sarebbe stato troppo banale e anche ripetitivo.
Il modo in cui è finita è andata oltre le mie aspettative.
Hinata e Kageyama che murano la loro stessa veloce messa in atto dai fratelli Miya è qualcosa di poetico, bello, giusto e romantico tutto insieme.
I due hanno visto con i loro occhi come la loro specialità non sia poi così speciale, e che non è invincibile, quindi, invece che chiudersi nella rabbia e nella frustrazione come avrebbero potuto fare, hanno fatto tesoro di questa lezione e agito di conseguenza.
(Questi adolescenti sono più maturi di Tanji Washijō lol)
Come commenta Tsukishima, solo loro potevano murare quella veloce: questa è poesia.
E sì, è anche romantica. Perché questi due scemi non si sono mica messi d’accordo, sono saltati per murare nello stesso momento, senza dirsi niente, con lo stesso obiettivo: scusate ma qui li devo proclamare anime gemelle.
Ho guardato tre stagioni di Haikyuu sapendo della ship di Hinata e Kageyama ma senza mai shipparli perché non ci sono mai riuscita, ma guardando quella scena e al suo significato, beh, il mio cuore vola.
Hinata e Kageyama si completano a vicenda: uno è solare e scarso, l’altro non sa socializzare in modo adeguato ed è formidabile; uno schiaccia e l’altro alza. Poco importa se passano l’80% del tempo ad insultarsi, tutti noi sappiamo che sono fatti l’uno per l’altro.
MI È PARTITA LA SHIP.
Ma andiamo avanti con le considerazioni veloci.
Mi sono piaciute molto alcune cose: come Asahi che cerca nella sua timidezza di incoraggiare Nishinoya come il compagno ha fatto con lui decine di volte in passato (Asahi sei sempre il mio cucciolone), o come Tsukishima che sa di potersi fidare di Hinata quando capisce di non riuscire a murare gli avversari.
Mi piace molto il personaggio di Sugawara, che non evolve e non è interessante, ma proprio per questo dà equilibrio alla serie, e si fa comunque notare per la sua arguzia e le sue capacità strategiche.
Carinissimi, e in un certo modo anche commoventi, i tre ragazzi del terzo anno: Sugawara, Asahi e Daichi. I più grandi, i più saggi, i più tranquilli. Le radici della squadra, il motivo per cui la Karasuno esiste ancora. Spesso mi dimentico che nel momento in cui dovessero perdere una partita, sarebbe la loro ultima con quella squadra, quindi immagino quanto ci debbano tenere e comunque non voglio pensare ai pianti che si faranno e che mi farò quando tutto sarà comunque finito.
Apprezzo molto tutti quei personaggi di contorno, come l’allenatore o gli spettatori, che commentano le partite in diretta: i loro commenti sono sempre molti utili per seguire meglio l’andamento e per capire le azioni svolte.
Ci sono mille scene e momenti che mi hanno fatta piegare dalle risate, come i commenti dei ragazzi, il rapporto intriso di odio tra Tsukishima e Kageyama, Hinata che si dimentica di schiacciare perché troppo contento per il salto, Tanaka che “fraintende il fatto di aver frainteso” (lol tutta la vita), o il povero Tsukki che viene incastrato a fare da baby sitter per Hinata e Kageyama.
Haikyuu è un incredibile e ottimo mix tra risate e lacrime, perché a fine partita non puoi fare altro che piangere di gioia, e liberarti di tutta la tensione accumulata durante il match.
Ed è sempre bellissimo come questo anime riesca a farti amare anche le squadre avversarie, rendendole sfaccettate e tridimensionali invece che dipingerli come dei cattivi antipatici da sconfiggere. La trovo una cosa molto matura e un bel passo avanti rispetto ad altri cartoni.
Ultimissime cose.
Kenma, sei intelligente, machiavellico e hai un cervello incredibile, eppure non hai entusiasmo e voglia di giocare. Non sai quanta rabbia mi fai. Tsukkishima uguale (o dovrei dire, Fiaccoshima?)
Come faccia un coglione strambo, lunatico, esibizionista, eccentrico come Bokuto ad essere uno dei tre migliori giocatori del Giappone, Dio solo lo sa.
Hinata, Kageyama, Nishinoya... tutti bellissimi, ma il vero re di Haikyuu per me rimarrà per sempre Oikawa, il cui cameo vale oro.
Voto: 8.4
#haikyuu!!#haikyuu to the top#anime#japan anime#hinata shoyo#tobio kageyama#oikawa tōru#bokuto#atsumu miya#osamu miya#yu nishimura#kei tsukishima#karasuno#pallavolo#volleyball
8 notes
·
View notes
Text
2. Costantin. Luci notturne.
Pensieri di Costantin D’Orsay.
Sono al massimo dell’euforia. Vorrei ridere, vorrei gridare di gioia, vorrei cantare, vorrei... Mi sento come se potessi TOCCARE IL DANNATO CIELO!
Io, Costantin D’Orsay: lo stupido, l’incapace, il fallito, quello che non avrebbe mai concluso nulla nella vita, sono ad un passo dal diventare il nuovo governatore di Teer Fradee. Ed il merito è tutto tuo padre e di quell’ordine che hai dato, probabilmente nella sola speranza di eliminare per sempre il mio volto dalla tua vista e la mia voce dalle tue orecchie. Ma non sparirò, io farò davvero la differenza in questo Nuovo Mondo: sarò un governatore eccellente, farò in modo che tu abbia di che ricrederti padre e… forse..
...magari allora chissà... riuscirai a volermi bene, certo non quanto ne hai voluto a mio fratello, ma almeno ad accettare la mia esistenza, ad accettare il fatto che anche io sono tuo figlio…
Mi manca sai? Ogni volta che chiudo gli occhi vedo ancora il suo volto devastato dalla sofferenza ed il suo sguardo vuoto, incapace di cogliere la nostra presenza, tra i deliri e la febbre di quelle ferite per me troppo difficili da capire. Rivedo tutto, compreso il tuo dolore e poi quella rabbia che mi riversavi addosso, una rabbia che è presto diventata odio.
“Perchè non sei morto tu al suo posto?” Non lo so padre, non lo so.
Non ho mai desiderato la morte di Simon, ma non voglio morire. Sento di poter dare qualcosa a questo mondo, DESIDERO davvero fare la mia parte.
Può apparire improbabile, ma ti assicuro che è così.
Amo la vita, ed anche se non mi lasciavi avvicinare al suo capezzale, ho promesso a Simon che avrei vissuto appieno ogni giorno, che lo avrei fatto anche per lui.
Luci notturne
Sembrava una notte come tante a Sérène, un cielo nero ricoperto dalle solite nubi scure sembrava voler cancellare per sempre il chiarore delle stelle.
Ma per strada sopravvivevano sparuti fuochi: i fuochi solitari delle vie, minuti, di gruppi di poveracci sfrattati via da una casa appestata, o semplicemente troppo poveri per permettersi un tetto, ed i grandi roghi comuni nella Piazza dei Principi, cataste di corpi senza più un’identità e spesso senza neanche più un parente o un conoscente ancora in vita che potesse piangere per loro. La chiamavano Malicore: un male che da oltre quindici anni devastava il Continente, lasciando uomini e donne senza un rimedio, senza una cura e senza speranza, in preda a dolore e follia, in un viaggio lento e terribile verso una morte atroce.
Il degrado di Sérène sapeva stimolare tutti i sensi: la sporcizia e l’odore di urina si mischiavano ai rivoletti fangosi che costeggiavano le vie ed i vicoli. Pochi dettagli distinguevano gli ambienti sicuri da quelli più malfamati, a riconferma che Sérène non era un luogo per stranieri, in cui girare tranquillamente.
Ad un tiro di sasso dall’iperattivo porto, brillavano altre luci, quelle della taverna in festa, nonostante tutto. Un gentile rampollo figlio del signore locale, il Principe D’Orsay, aveva sperperato una mezza fortuna per assicurarsi che il taverniere offrisse da bere alla sua salute a chiunque mettesse piede in taverna quella sera. Tre ore dopo, la stanza era un miscuglio di odore di alcool e sudore, nel locale sovraffollato erano radunati uomini e donne di ogni estrazione sociale. Qualcuno cantava, altri ballavano, alcuni amoreggiavano con prostitute a basso costo ed altri si limitavano a bere, il motivo di tali festeggiamenti, però, si era perso di vista da oltre due ore per buona parte dei presenti.
Seduta su una panca dirimpetta alle scale che conducevano al piano interrato, Célie De Sardet osservò la bolgia mischiarsi in un turbinio di colori. Il sorriso d’occasione stampato sul volto arguto, si era ormai trasformato in una sequenza di smorfie e sbadigli, nel tentativo di rilassare la mascella e fingersi impegnata quando il tizio accanto a lei, un borghesotto, tornò alla carica con domande a cui avrebbe risposto più volentieri con un’arma da fuoco, piuttosto che con la propria voce.
<Dunque…> no, per favore, non un’altra domanda... La testa sembrò voler esplodere, aveva esagerato con il vino, ma per quello persino Kurt si era messo in pace l’anima. L’indomani sarebbero partiti, lei e suo cugino Costantin, l’indomani avrebbero fatto il primo passo verso la cura. Come se fosse stato evocato magicamente, il capitano della Guardia del Conio le si sedette accanto proprio in quel momento. Nonostante sostenesse l’esatto opposto, il capitano si era sempre impegnato parecchio per proteggere i due principini, e con una notevole inventiva tra l’altro, a discapito degli sfregi sul volto, che gli conferivano sicuramente un’aria più truce, l’ex-mercenario possedeva un cervello sveglio e creativo.
Mise un braccio attorno alle spalle della sua giovane protetta e puntò gli occhi azzurri sulla figura del borghesotto, sfidandolo con una spocchia aristocratica che non gli era mai appartenuta e che spinse De Sardet a roteare al cielo gli occhi, divertita ed oltraggiata al tempo stesso.
<Mia cara, gli hai già spiegato che fine fanno quelli che puntano ai gioielli della corona?>
Ovviamente De Sardet decise di stare al gioco <Kurt, ti prego… non davanti a tutti…>
Dopo una breve occhiata al volto di Kurt, l’uomo percepì che non valeva la pena mettersi contro ad una guardia del conio. L’ex-mercenario ritirò il braccio e passò una tazza a De Sardet, una brodaglia calda e fumante, l’ideale per sperare di affrontare un’emicrania da sbronza.
<Ho perso il conto di questi buffoni. Intendi restare qui a lungo Sangue Verde?>
<Mi odieresti se ti dicessi di si?> lo provocò lei occhieggiando da dietro la tazza. Kurt non rispose ma il suo sguardo fu sufficientemente minaccioso da indurre un sorriso nella giovane donna.
<Cerchiamo Costantin, dubito che voglia venire con noi ma dobbiamo almeno provarci.> De Sardet si mise in piedi, Kurt la anticipò per aprirle un varco nel mucchio di gente, mentre scendevano le scale verso il piano inferiore. Costantin fu… relativamente facile da trovare, si era improvvisato una sorta di harem, con una prostituta seduta a cavalcioni di ogni gamba ed una terza in piedi accanto a lui, che tra moine e sussurri maliziosi, insinuava impunemente una mano nella sua camicia slacciata per convincerlo ad appartarsi con lei. Un tentativo che, a giudicare dalle attenzioni che il ragazzo concentrava su di lei, sembrava stesse andando a buon fine.
De Sardet mise le mani sui fianchi e rivolse alle donne uno sguardo di puro biasimo, qualcosa che solo lei sarebbe riuscita a fare, protettiva com’era nei confronti del cugino. Il principino D’Orsay in fondo era un bel giovane, con grandi occhi azzurri, capelli biondi ed una buona fisicità, frutto dei severi allenamenti di Kurt.
<Mia adorata cugina!> anche sepolto vivo da quelle signore del peccato, Costantin riuscì a percepire la presenza di De Sardet e ad allargare le braccia per accoglierla in una sorta di abbraccio a distanza. Avrebbe sempre trovato un posto per lei, il suo affetto era sincero, e non si sarebbe mai fatto alcun problema a manifestarlo. Cercò persino di ottenere un po’ di tregua dalle tre donne, con scarsi risultati, lo sguardo di rimprovero di De Sardet sembrò infiammare il loro spirito di competizione. <Ti stai… divertendo?> chiese Costantin. <Io torno a casa cugino, è molto tardi, vieni con noi?>
Costantin provò a sollevarsi dalla sedia, ma quelle tre, ormai alleate, non gli lasciarono molto spazio di manovra. Il ragazzo ridacchiò, poggiando una mano su un fianco della rossa seduta sulla sua gamba sinistra. L’altra, la mancina, la sollevò per fare un cenno, indice alzato e dritto, per cercare di sancire una tregua con la donna. Tornò in breve a rivolgersi alla cugina <Finisco di conversare con queste damigelle e rientro anche io cugina. Kurt…>
<...non ti preoccupare eccellenza, la riporto a casa sana e salva.> Concluse per lui l’ex-mercenario.
Costantin non fece in tempo a vederli andare via, le prostitute tornarono alla carica, più audaci e sfrontate di prima. Il giovane principe cercò di respingerne un paio, ma lo fece con la grazia di uno dei suoi sorrisi gioviali e le braccia allargate in segno di resa.
<Mie signore, fosse per me vi sposerei tutte e tre ma temo di essere dannatamente a corto di denari questa sera…> prese a tastare lungo la camicia e poi i lati dei pantaloni in corrispondenza dei fianchi, alla ricerca di un tintinnio metallico che non sarebbe mai arrivato. Come se avesse pronunciato una formula magica le tre si allontanarono come se gli avessero appena visto cambiare colore e forma, ridacchiando cercò di trattenerne almeno una, afferrandole il polso con dolcezza <...magari a credito?>
Sospirò nel vederla andare via, certo di averle strappato almeno una risata. Si rimise in piedi, immaginando con ottimismo la faccia sorpresa di sua cugina quando l’avrebbe raggiunta lungo la strada per casa. Si era promesso di non esagerare troppo questa sera, ed anche se barcollava come se fosse sul ponte di una nave in piena tempesta sapeva di essersi ridotto in stati ben peggiori negli anni passati.
Trovò un cappello e lo incalzò in testa, non era certo fosse il suo ma la misura sembrava corretta, almeno finchè non mosse la testa e quello scivolò lungo la fronte sino a coprirgli gli occhi, il farsetto ricamato invece sembrava calzargli decisamente meglio, lo abbottonò sbagliando un paio di asole e dunque si incamminò su per le scale verso il piano principale e l’uscita. Non arrivò alla porta.
Quello che Costantin non poteva sapere, era che quel farsetto apparteneva a Ignace Richard, un giovane nobilotto dai capelli biondastri che, giusto la sera precedente, aveva perduto diversi soldi al gioco. La prima cosa che vide fu proprio il pugno che lo colpì in pieno volto, ancora prima di capire che cosa stesse succedendo era già impegnato in una rissa che dilagò a macchia d’olio nel salone principale.
Uno degli assalitori lo afferrò per il bavero, Costantin gli afferrò i polsi per trattenerlo e gli assestò un calcio frontale. Un secondo gli prese il braccio e lo colpì al costato, il dolore fu lancinante, tuttavia la parte peggiore fu quando il terzo lo scaraventò con la schiena su uno dei tavoli: lo caricò a testa bassa e fece in tempo a prendersi un paio di gomitate sui reni prima di riuscire a scaraventarlo sul ripiano, fracassando legno e stoviglie con un frastuono allucinante.
A dispetto di quanto il suo carattere facesse pensare, Costantin era stato allenato da Kurt molto più a lungo di sua cugina, e dunque risultò più complicato del previsto, per i suoi assalitori, metterlo ko.
Il più tarchiato se lo caricò su una spalla, per poi spingerlo contro la porta, le ante cedettero facilmente all’irruenza ed un attimo dopo Costantin si trovò riverso a terra in strada, dolorante, con il naso pieno dell’odore nauseabondo delle strade di Sérène e con quei tizi attorno a lui come lupi feroci a prenderlo a calci, poi il buio.
Riaprire gli occhi fu qualcosa di terribile, il sole, per quanto offuscato dalle solite nuvole grigie di Sérène e dalle assi che sigillavano la finestra, fu come uno schiaffo in faccia. La testa, pulsante, faticò a rimettere insieme pezzi e ricordi della sera precedente, ma quando finalmente riuscì a comprendere in che genere di guaio si fosse cacciato, il suo primo pensiero fu per sua cugina e per la marea che ormai sarebbe dovuta essere prossima, sperò che non fosse troppo tardi.
Quei tizi lo avevano spogliato del cappello e della giacca, ed ovviamente anche di ogni singola moneta ed oggetto di vago valore che potesse avere avuto indosso, stivali compresi, ma almeno non lo avevano legato. Si erano limitati a chiuderlo dentro ad una stanza senza apparenti vie d’uscita, nonostante i suoi tentativi nè la porta nè la serratura sembravano voler cedere, nemmeno a spallate.
<Signori! Sono sicuro che si tratta di un malinteso!> non importava quanto le sue stesse parole gli rimbombassero in testa, continuò quella nenia come un gatto in calore, camminando avanti ed indietro per quello sputo di stanza, continuando ad alzare la voce <Sono Costantin D’Orsay, figlio del principe Claude D’Orsay! So di per certo che si tratta di un equivoco e sono disposto a perdonarvi, ho troppi affari urgenti da sbrigare!!!>
Andò avanti per ore e non si fermò neanche quando gli si seccò la gola, poi sentì alcuni rumori all’esterno, forse venivano a consegnargli il pranzo o forse, decisamente più probabile vista la situazione, era riuscito a indurli a salire ad annerirgli l’altra metà della faccia, almeno avrebbero aperto la porta.
Ebbe pochi secondi per agire, e si impegnò per non sprecarne nemmeno uno, fu probabilmente per questo che non si accorse immediatamente che la persona che aveva appena aperto la porta, e che lui aveva scaraventato contro al muro violentemente trattenendola per il collo, non era altri che De Sardet. Se la trovò davanti con gli occhi sgranati, la voce strozzata a chiamarlo per nome.
<Costantin! Costantin sono io!>
<La mia adorata cugina!> La perplessità lasciò il posto ad una risata sollevata. L’abbracciò, la strinse con forza, in qualche modo doveva mostrare al mondo quanto fosse sinceramente felice di vederla, ma il tempo stringeva. Célie gli mise sulla testa il cappello ed il farsetto sulle spalle, ed arricciò il naso.
<Puzzi, sei pesto ed hai un aspetto orribile, ma stai bene! Vieni adesso, la nave sta per salpare!>
lo tirò per un polso, e lui non fece altro che rendersi la sua bambola di pezza e lasciarsi tirare, adorava quella sensazione: il calore dell’affetto, di quel legame che per anni li aveva tenuti insieme, come fratelli o, se possibile, molto di più. Non riusciva ad immaginarsi senza di lei e trovava assurdo come anche lei sembrasse condividere lo stesso pensiero.
Rimase indietro di un paio di passi, se non altro per chinarsi ed avanzare a saltelli mentre si infilava gli stivali che Kurt gli passava.
<Dobbiamo sbrigarci> continuò lei, con l’animo del condottiero <tuo padre ci ha mandato a cercarti, era preoccupato per te.>
Costantin avvertì l’aria scomparire dai suoi polmoni, di colpo. Rimase immobile, incapace anche solo di camminare, un lungo respiro fece da anticamera ad un tono lontano, distante, melanconico. <Mio padre…> non ce l’aveva con lei <...quando mai si è preoccupato per me?>.
Una domanda a cui nemmeno Célie sembrò riuscire a trovare risposta.
5 notes
·
View notes
Text
C’è una cosa di cui volevo parlarvi. So che è una conversazione difficile, ma voglio molto bene a entrambi. E so che anche voi vi volete molto bene, motivo per cui credo sia importante stabilire delle regole in futuro in modo tale da costruire un ambiente in cui sentirci a nostro agio, con fiducia e disposti a condividere i nostri sentimenti.
Sentimenti.
Sentimenti.
Dio. La verità è che per tanto tempo ho dimenticato cosa fossero. Ero bloccato in un luogo. Una caverna, potremmo dire. Una caverna buia e profonda. Finché non ho lasciato degli Eggos in mezzo ai boschi e tu sei entrata nella mia vita. Per la prima volta dopo tanto tempo ho ricominciato a provare qualcosa. Ho iniziato a essere felice. Ultimamente, però, mi sono sentito lontano da te. Come se tu ti stessi allontanando da me. Mi mancano i giochi da tavolo la sera, fare waffles spettacolari a tre strati al tramonto; guardare film western insieme prima di crollare dal sonno.
Ma stai diventando grande, cresci, cambi. E credo, se devo essere sincero, che questo mi spaventi. Non voglio che le cose cambino. Quindi credo che forse è per questo che sono venuto qui, per tentare forse di fermare quel cambiamento. Per portare indietro il tempo e far tornare tutto come prima. Ma so di essere ingenuo. Non è così che funziona la vita. Va avanti, va sempre avanti, che ti piaccia o no. E sì, a volte è doloroso. A volte è triste. E a volte, è sorprendente. Gioioso.
Perciò sai che ti dico? Continua a crescere piccola. Non lasciare che io ti fermi. Commetti i tuoi errori, impara da essi. E quando la vita ti fa male, perché te ne farà, ricorda quel dolore. Il dolore fa bene. Significa che sei fuori da quella caverna. Ma, ti prego, se non ti dispiace, per amore del tuo povero e vecchio papà, tieni la porta aperta di dieci centimetri.
Stranger Things, Jim Hopper
1K notes
·
View notes